Un inizio scoppiettante che ha prodotto tre vittorie in quattro partite e un terzo posto davanti alle corazzate Isola Capo Rizzuto e Cittanovese. Poi il pari contro i crotonesi, bloccati dopo quattro successi di fila, e la pesante sconfitta di Trebisacce di domenica. Il cammino della ReggioMediterranea nel suo secondo torneo di Eccellenza è cominciato abbastanza bene se si esclude appunto l’ultimo errore di percorso. Domenica, al Longhi Bovetto, Candido e compagni ospitano la Luzzese. A tre giorni dalla sfida abbiamo ascoltato l’allenatore dei gialloblù Fabio Crupi.
Mister, la sconfitta di Trebisacce è servita forse a far rimettere i piedi per terra alla sua squadra dopo l’ottimo inizio?
“No, non credo si possa parlare di rilassamento, anzi. La settimana di preparazione che ha preceduto la gara di Trebisacce è stata svolta come tutte le altre con grande concentrazione e lavoro e non può essere altrimenti visto che il gruppo costruito ha ben chiari i concetti di lavoro e umiltà . Diciamo più che altro che le tre ore di pullman per arrivare a Trebisacce e l’assenza di qualche titolare hanno influito sul risultato finale, ma non voglio cercare alibi. Nessuno voleva perdere in questa maniera ma ci può stare, abbiamo tirato un po’ il fiato dopo il buon inizio di torneo”.
Domenica arriva la Luzzese che in trasferta ha ottenuto gli stessi punti, sette, che la sua squadra ha prodotto in casa. Un maggiore stimolo a continuare a fare bene al Longhi Bovetto?
“Ho visto alcune partite dei cosentini e devo dire che sono molto organizzati. Forse sono le loro caratteristiche ad esaltarli di più fuori casa, sfruttano molto le ripartenze. Noi stiamo preparando al meglio la gara come da abitudine”.
Lavoro, programmazione ed umiltà : questi i capisaldi del progetto ReggioMediterranea. Ma quale altro segreto si nasconde dietro questa partenza sprint?
“Innanzitutto, a differenza dell’anno scorso abbiamo capito come si devono affrontare determinate partite, ci siamo calati appieno nella mentalità dell’Eccellenza. E poi siamo da sempre una società che guarda con attenzione ai giovani, su mia precisa richiesta anche. Preferisco un ’97 talentuoso da far crescere e valorizzare anziché un campione già affermato. Ad esempio non ho ancora visto all’opera, per vari motivi, il giovane Nino Libri che tanto bene ha fatto l’anno scorso in Promozione”.
L’obiettivo resta la salvezza? O, anche incoraggiati da questo inizio, pensate a qualcosa in più?
“Per ora pensiamo a far bene esprimendo un buon calcio e facendo crescere i nostri giovani che, credetemi, sono da esempio. Si accontentano di poco e mettono la maglia e l’amore verso questa società davanti a tutto. Purtroppo, però, a tal proposito mi preme fare un appunto: il calcio dilettantistico potrebbe essere valorizzato in modo diverso con l’aiuto delle società professionistiche della regione, in un circuito che aiuti tutti, ma questo non accade. Vedo tanti giovanissimi, tra Serie B e Lega Pro, che stanno sempre in panchina. Perché, anziché fargli fare altra panchina in Serie D, non li mandano in categorie ancora minori? Di certo giocherebbero e crescerebbero, aiutando di fatto anche il calcio dilettantistico che così sta morendo. Invece, anche a causa dei procuratori ‘sanguisuga’, si preferisce mandare un ragazzo dove può percepire un discreto rimborso spese pur senza giocare, ma poi il giovane si perde per strada e viene bruciato”.
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