Un pari, agguantato nel finale, contro una corazzata. Ma l’impressione, nonostante tutto, è che la vittoria non sarebbe poi stata così tanto difficile da raggiungere.
E’ così che inizia anche l’analisi della Gazzetta del Sud, nell’articolo a firma del collega Arnaldo Cambareri: “La Reggina si conferma. Fa pari e patta col Catania ma alla fine ha parecchie cose da rimproverarsi. Infatti avrebbe potuto benissimo vincere solo se fosse stata meno ingenua. La squadra di Zeman paga l’ingenuità dei suoi tanti ventenni. Tante e tante azioni avrebbero meritato una conclusione diversa se non fossero state ‘smarrite’ nei pressi dell’area di rigore”.
“Comunque non c’è nulla da rimproverare a questa squadra che in campo dà tutto quello che ha e anche di più. Questa Reggina è compatta, solida, equilibrata. Se appare qualche discrasia viene coperta dalla volontà e dalla abnegazione. Cioè: il tutti per uno. È questo è il segreto della squadra che gioca anche un calcio apprezzabile nell’occasione contrastato dalla sontuosa fisicità del Catania che in tema di gioco duro non ha affatto scherzato”.
Ma veniamo alla cronaca, alle poche emozioni iniziali e al vantaggio etneo: “Avvio noioso: batti e ribatti senza emozioni. Il Catania è guardingo, la Reggina aggressiva. Si gioca più a centrocampo che nelle rispettive aree. Comunque è la Reggina a cercare il gol con maggiore insistenza. Ma al 29’ il Catania va in vantaggio. Lasciano il segno Russotto e Piscitella che di piatto destro insacca alla sinistra di Sala. È l’unica azione del Catania sempre chiuso nella propria metà campo. In sostanza è il messaggio di chi nella squadra ha calciatori di serie A. Saggi, esperti, sornioni, furbi”.
Nel secondo tempo escono fuori gli amaranto, che sbilanciati rischiano di subire il raddoppio per via del palo di Russotto: “La volontà della Reggina viene premiata al 33’. Coralli devia per Bangu che di destro in diagonale trasforma. Una bolgia il “Granillo”, la Reggina si gode un punto prezioso”.
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