La maledizione del preliminare di Champions League, che sembrava potesse finalmente essere sfatata dalla Roma, si trasforma nell’ennesimo disastro del calcio italiano in Europa. I giallorossi, che partivano dall’1-1 del “Do Dragao”, hanno subito una sonora lezione dal Porto, vittorioso per 3-0 all’Olimpico; oltre ad aver incassato tre schiaffoni, la Roma ha anche chiuso in nove uomini. Il cammino europeo della ‘Banda Spalletti’ ripartirà quindi da un più modesto girone di Europa League, mentre invece entra tra le 32 di Champions il Porto, infallibile quando gioca i preliminari della manifestazione più ambita.
Partenza a razzo della Roma con Nainggolan che prova dalla distanza, ma trova sulla propria strada un attento Casillas che si distende e devia in angolo. Al primo tentativo però il Porto passa: 8′, punizione dalla trequarti di Otavinho, sul secondo palo arriva di testa Felipe che supera Szczesny, riscattando l’autorete dell’andata. I giallorossi vanno a caccia del pari e ancora Nainggolan va vicino al gol, ma il suo colpo di testa termina di poco alto. Casillas si supera nuovamente sul rasoterra di Salah al 37′, ma due minuti più tardi arriva l’episodio che cambia definitivamente le sorti dell’incontro: durissima quanto inutile entrata a gamba tesa di De Rossi sullo stinco di Pereira; il direttore di gara estrae il cartellino rosso immediato per il capitano romanista, costretto a lasciare i suoi in dieci. Prima dell’intervallo, chance sprecata da Herrera che da posizione invitante non inquadra la porta.
Nella ripresa ci si attende la riscossa della Roma, pronta a gettare il cuore oltre l’ostacolo, ed invece bastano una manciata di minuti per scrivere virtualmente la parola FINE con notevole anticipo: è il 5′ quando Emerson, entrato in campo al 42′ della prima frazione per riequilibrare l’assetto dopo l’espulsione di De Rossi, commette un fallo su Corona che è la fotocopia di quello commesso da Capitan Futuro, con esito identico. L’arbitro sventola il cartellino rosso in faccia al brasiliano, la Roma resta in nove uomini e la qualificazione diventa più complicata della scalata alla cima dell’Everest. I lusitani badano a controllare il vantaggio e tentano di colpire appena possibile per chiudere l’incontro; nonostante la doppia inferiorità la Roma non demorde e continua ad attaccare esponendosi a pericolosi contropiede. Proprio su una ripartenza, al 28′, il Porto mette in archivio il passaggio alla fase a gironi: Herrera lancia Layun nella prateria della metà campo romanista; Szczesny sbaglia completamente l’uscita e non interviene per fermare l’avversario, venendo facilmente aggirato; il terzino portoghese a quel punto deposita facilmente nella porta sguarnita firmando il raddoppio. L’incubo per la Roma continua due minuti dopo, quando ancora Herrera serve Corona, l’attaccante punta Manolas e lo irride con una serie di dribbling, entrando in area e calciando sotto la traversa, superando uno Szczesny non impeccabile. Prima del termine l’orgoglio romanista si manifesta con un tentativo del solito Nainggolan, che ancora una volta non centra lo specchio della porta.
Un disastro per la Roma, che vede svanire i sogni di gloria prima ancora di cominciare. Spalletti dovrà lavorare molto sulla tenuta mentale dei suoi: tre espulsioni in due gare di vitale importanza sono un campanello d’allarme da non sottovalutare. Nei gironi di Champions League l’Italia potrà contare solo su Juventus e Napoli; la maledizione del turno preliminare ha colpito per la sesta volta in sette edizioni: l’unica italiana a passare il turno fu il Milan tre stagioni fa, eliminando il PSV Eindhoven.
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