Agosto 2009: a Palmi è tempo di programmazione. Sarà Eccellenza, con mister Dal Torrione in panchina e Giancarlo Oliveri nei panni di Presidente. Sulla lista dei desideri qualche nome noto per l’attacco neroverde. In mezzo a questi, Santiago Matias Dorato. Lo avevate sentito altre volte? Probabilmente no. Un’intuizione dell’allora direttore sportivo Rocco Guinea, che dopo settimane e settimane di scambi di informazioni è riuscito a caldeggiare il suo nome, tra scetticismo e tanti punti interrogativi.
Ne era rimasto talmente stregato che fosse stato per lui tutti gli altri nomi, su quella lista, sarebbero stati depennati all’istante. Oliveri accordò fiducia al ds e appoggiò la candidatura di questo attaccante argentino di cui, se non per qualche relazione, si conosceva ben poco. Sbarca così in Calabria Santiago Matias Dorato, nato a Buenos Aires il 2 marzo del 1988, e con lui una valigia piena di sogni.
E se facesse davvero bene con la Palmese? Si potrebbero spalancare per lui le porte della D. E perchè no del professionismo. Era questo, forse, il sogno che relegava gli altri all’angolo della valigia. Come dargli torto, aveva fame di vincere. Santiago dimostra subito una certa abnegazione e bagna il suo esordio in neroverde con un gol su rigore nell’1-1 tra Palmese e Rende. Scrollatosi di dosso i pregiudizi e le prime critiche, Santiago conquista tutti: i compagni, Dal Torrione, Oliveri, i tifosi. Tutti, ma non lui: il ds Guinea. Del resto, lo aveva già fatto.
La Palmese chiuderà seconda quel campionato di Eccellenza ad una manciata di punti dal Bagaladi ed il bomber argentino siglerà 15 reti. Il resto è storia. Nelle successive cinque stagione si divide tra Guardavalle e Roccella, sua ultima squadra in cui realizza nell’annata 2015/16 ben 18 marcature. A Palmi, però, nessuno l’ha dimenticato e proprio quando si decide di ripartire da mister Dal Torrione, Santiago Matias Dorato torna alla corte del suo primo tecnico in Italia. Ironia della sorte? Giudicate voi…
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