Far convivere l’anima del professionista con quella del tifoso è missione assai ardua, dovendosi tradurre nel caso specifico nel far camminare insieme – mano nella mano – sensibilità ed emotività con cinismo ed asettica analisi. Non hanno avuto alternative Fabrizio Condemi e Massimo Giordano, curatori fallimentari della Reggina Calcio: il Tribunale ha affidato loro un compito delicatissimo, l’equilibrio morale era il requisito richiesto ed indispensabile per centrare l’obiettivo prefisso.
C’è un percorso sportivo da salvaguardare, quello della Reggina, bene immateriale ed altissimo della collettività, ed allo stesso tempo l’esigenza di trattare questo valore con la fredda consapevolezza dei numeri, traendo il maggiore profitto possibile nell’interesse dei numerosissimi creditori della società fallita. “E’ stato difficile, forse più di quanto avessimo preventivato inizialmente – ammette con un sorriso Fabrizio Condemi – ma aver trovato, intanto, una soluzione in grado di far convergere gli interessi di tutti, in grado di soddisfare le esigenze specifiche delle parti in causa è motivo di grande soddisfazione. Perché accadesse è stato importante il lavoro dell’arch. Lauria in grado di fornire una stima del valore del canone annuo in brevissimo tempo, lo studio delle normative esistenti e questo specifico articolo della procedura fallimentare, riferito al fitto, è stato provvidenziale. L’esito della vicenda è nella direzione di quanto auspicato dalla città, dai creditori, dalla FIGC, dall’Urbs, dallo stesso Sindaco“.
La situazione ricalca quella del nostro primo incontro con la curatela: il cellulare suona continuamente. “da questa mattina si è già scaricato due volte e la giornata è ancora lunga“, ma da domani sarà diverso, “la parte maggiormente mediatica si è esaurita oggi, da domani resterà però un lunghissimo lavoro, per certi versi ancora più importante, da portare avanti ma senza – e questo è un bene – i riflettori attualmente accesi sulla nostra attività“. Con l’assegnazione del fitto della Reggina Calcio, “abbiamo vinto una partita, ma il campionato è ancora lungo“.
Si guarda già oltre, “perché il nostro obiettivo finale resta comunque la vendita“, ma intanto il fitto annuale permette di, “dare continuità al percorso sportivo cittadino, monetizzare e allo stesso tempo avere un margine di tempo utile a fare una stima precisa del valore del bene che cederemo definitivamente in futuro. Naturalmente l’Urbs avrà diritto di prelazione e quanto versato per il fitto potrebbe anche configurarsi come un acconto per la futura cessione“. Le possibilità, in questo senso, sono molteplici e saranno approfondite successivamente. Ciò che interessa la città, oggi più che mai, è il presente. L’Urbs avrà così tutto ciò che è nelle disponibilità della Reggina Calcio, proseguendo a pieno titolo il percorso amaranto: storia, marchio, nome (FIGC permettendo, considerati i tempi) e S.Agata. Su quest’ultimo punto, Condemi è chiaro. “Al momento tutti i manufatti sono posti a sequestro, così come il campo n.7. Abbiamo tuttavia motivate speranze che la situazione, in questo senso, possa in larga parte sbloccarsi“.
Vinta la prima partita – per dirla con le parole di Condemi – anche grazie, “alla sentenza, di rara lungimiranza e prodotta nell’interesse della Reggina, adottata dal Giudice Campagna“, non c’è tempo per godersi il successo. Sono allo studio numerose ipotesi di lavoro con l’obiettivo di patrimonializzare i beni che fanno capo alla Reggina Calcio e dotare di proprietà di grande rilievo chi si aggiudicherà definitivamente il “lotto”; beni di grande valore, nell’interesse dei creditori.
Intanto, la Reggina tornerà in campo nella prossima stagione. Potrebbe sembrare poco, è in realtà moltissimo…
g.v.
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