Luglio 2016: inizia formalmente la seconda stagione della SSD Reggio Calabria, Urbs Sportiva Reggina 1914 in pectore, futura (si spera) AS Reggina 1914.
Il comunicato diffuso venerdì dal club, attraverso il quale è stato reso noto di aver proceduto ad estinguere ogni tipo di impegno economico legato alla passata stagione e contestualmente spostato il mirino sulla prospettiva ripescaggio, è uno spartiacque. Ciò che è stato, è stato. Da oggi si guarda al futuro.
Quello appena iniziato sarà , nel nostro giudizio, il mese più importante vissuto fino ad oggi dalla società di via Petrara.
Verrà effettuata la scelta tecnica per la panchina, verranno concluse operazioni di mercato che costituiranno l’ossatura dell’organico della prossima stagione, avrà inizio il ritiro. Prima di fine mese, soprattutto, saranno giocate due ulteriori partite fondamentali: quella per il nome e la relativa eredità storica cui la comunità amaranto inevitabilmente mira, quella relativa al ritorno tra i professionisti attraverso il ripescaggio. Passi entrambi decisivi e di eguale importanza.
Scelte e azioni compiute a riguardo costituiranno i documenti che saranno esibiti alla tifoseria e alla città ; documenti che definiranno la reale identità della società che si è assunta onere ed onore di rilanciare il calcio reggino. L’anno scorso si è dovuta affrontare l’emergenza, il grande merito è quello di aver nuovamente messo in moto la macchina tra mille difficoltà . Oggi è tempo di guardare oltre.
Rilevare un club calcistico, sotto molteplici aspetti, è equiparabile all’acquisto di un’auto. La Reggina – per tutto ciò che significa per la sua gente ed il territorio – è una fuoriserie. Ruba l’occhio e pretende palcoscenici alla sua altezza. A bassi giri l’usura è garantita e repentina. Bisogna spingerla e c’è bisogno di benzina, non intesa come sola liquidità finanziaria. Se la si ritiene (legittimamente) troppo esosa, ci si orienta sulla meno affascinante, ma comunque nobile, berlina, o magari una rispettabilissima utilitaria. Se la prospettiva più probabile è quella di fare off-road tra polvere e sterrati, ci si orienta su un crossover. Ciò che è certo è che una Ferrari necessita di particolari cure, strade, spese; conseguenze dell’impagabile ritorno in termini di emozioni e immagine che è in grado di garantire.
Le parole dell’ex presidente della Reggina, il cavaliere Ascioti, in occasione della partita tra le vecchie glorie al Granillo, riassumono in modo esemplare. “La Reggina non è l’Hinterreggio”. Un monito, una certezza.
Cosa si vuol fare, da grandi? Arrivati ad agosto sarà possibile avere un’idea precisa, finalmente concreta, per molti versi oggettiva. Avremo risposte riguardanti gli aspetti principali e costituenti di un club sportivo: solidità , progettualità e ambizioni, reali prospettive nel breve, medio e lungo periodo. Luglio 2016, per gli amaranto, dirà molto. Forse tutto.
Al Direttore Martino il compito di allestire un organico all’altezza e scegliere un tecnico che possa accompagnare questa delicatissima fase di crescita del club. Il ritiro incombe ma ad oggi gli amaranto non hanno ancora un singolo calciatore (esclusi gli under) contrattualizzato e neppure un allenatore. E’ tempo di ufficializzare i primi acquisti per non accumulare quel ritardo che risultò devastante nella stagione appena conclusa. Alla società il dovere di farsi trovare pronta per ciò che le compete, mirando a restituire nome e categoria professionistica agli appassionati. Ad oggi ci sentiamo di dire che i passi mossi siano stati incoraggianti: è stata tempestivamente inoltrata domanda per il cambio di denominazione, non è chiaro quali siano le intenzioni nel rapporto con i curatori della Reggina Calcio ma non è allo stesso modo chiaro e univoco cosa quest’ultimi stiano effettivamente vendendo, riguardo la Lega Pro è stata ufficializzata l’intenzione di provarci.
Su quest’ultimo punto è necessario venga fatto tutto ciò che è nelle possibilità della società . Qualora i posti vacanti fossero riempiti dalle società aventi priorità a seguito della vittoria dei playoff bisogna chiarire che il mancato ripescaggio non dipenderebbe in alcun caso dalla volontà della SSD Reggio. Se invece, al contrario, com’è possibile (probabile) dovessero rimanere caselle vacanti a quel punto tutto sarebbe nelle mani della dirigenza, chiamata allora a dare segnale di solidità , affidabilità e credibilità (anche nei confronti della Federazione, esercitando quel peso che una città come Reggio nel calcio possiede) e portare così a compimento quel progetto – altrimenti monco – di rilancio del calcio amaranto.
L’occasione di rientrare nei professionisti – come scriviamo da settimane – con tutto ciò che comporta sul piano programmatico e con le conseguenze positive che avrebbe in ambito sportivo e sociale per club e città , è irripetibile. Qualora si presentasse, non potrà e non dovrà esser mancata. Ad ogni costo.
Prima ancora dei tifosi, sarebbe la Reggina stessa a pretenderlo.
La città , intesa anche (ma non solo) come Istituzioni, non potrà riservarsi il ruolo di spettatrice degli eventi ma dovrà esser protagonista attiva in questo mese – supportando e allo stesso tempo vigilando ciò che verrà fatto – e facendo lo stesso nella fase immediatamente successiva. Se è vero che mancare gli appuntamenti in questione sancirebbe l’inadeguatezza della proposta societaria, allo stesso modo è oggettivo che tagliare il doppio traguardo varrebbe come una certificazione sull’effettivo rilancio, sulla reale volontà e possibilità di restituire lustro all’identità amaranto. Obiettivi che andrebbero premiati non unicamente con una risposta significativa nel corso, ad esempio, della campagna abbonamenti.
Stop ai processi alle intenzioni. E’ tempo di fare.
Un mese ancora. Non c’è interesse per dei surrogati amaranto. C’è voglia, bisogno, soltanto dell’originale. Un mese per capire, definitivamente, se la città riavrà davvero la sua Reggina.
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