Tra le note liete della stagione amaranto, spicca senza dubbio il nome di Carmelo Maesano. Un campionato più che positivo quello del classe ’96, impreziosito dalle 5 reti siglate in 32 presenze. Il giovane esterno destro, è stato ospite degli studi di Touring, per la puntata odierna di Tutti Figli di Pianca.
Di seguito, i passaggi salienti della lunga chiacchierata tra Maesano ed il trio Auspici-Polimeni-Ielasi.
BILANCIO FINALE- Si, anch’io credo che quest’anno abbiamo fatto il massimo. Siamo stati bravi a reagire alle difficoltà iniziali, dovute anche al ritardo con cui siamo partiti, riuscendo a centrare il quarto posto. Dispiace non essere arrivati almeno in finale playoff, ma il calcio a volte è fatto anche di episodi, e gli episodi di certo non sono girati a nostro favore. Tanto per fare alcuni esempi, a Cava abbiamo preso il gol del 2-0 con un pallone che è sbattuto addosso ad un avversario, mentre ad inizio ripresa il colpo di testa di Alessio De Bode ha centrato il palo a portiere battuto. Penso anche a Siracusa, quando siamo andati sul 2-2 con un gol preso da 50 metri, e poco dopo abbiamo fallito il pallone del nuovo vantaggio; una partita che meritavamo di vincere abbiamo finito addirittura col perderla, subendo il terzo gol con una deviazione. Anche a Leonforte, al di là dei nostri errori, abbiamo dovuto fare i conti con la sfortuna, passando dalla vittoria alla sconfitta: forse è stata quella la partita che ci ha tagliato le gambe nella corsa al primo posto, perché allo scontro diretto con la Cavese, una settimana dopo, ci siamo presentati provati psicologicamente.Â
GRUPPO VERO- Oltre che una buonissima squadra, siamo stati un gruppo vero dall’inizio alla fine. Il merito è anche di chi ha trovato poco spazio o di chi ha dovuto fare i conti con la panchina a dispetto di quanto si pensava all’inizio. Giusto per citare alcuni compagni, Dado Cucinotti ha sempre incitato il gruppo, sia nello spogliatoio che  tramite i social, e Mimmo Zampaglione ha accettato qualsiasi decisione del mister con grande professionalità , non facendo mai una piega quando si è trattato di andare in panchina. Anche Foderaro, quando non ha giocato si è sempre preoccupato di mettere la sua esperienza e la sua grinta al servizio dei compagni. Reggio Calabria da vertice con qualche innesto? Queste non sono valutazioni che spettano a me, abbiamo un direttore del calibro di Martino che in vista della prossima stagione saprà sicuramente cosa fare e adotterà le scelte migliori. Tornando a questa stagione, complimenti al Siracusa che ha vinto il campionato ed alla Cavese che ha vinto i playoff, ma non credo che i verdetti siano stati giusti: il primo posto secondo me lo meritava la Frattese, mentre i playoff dovevamo vincerli noi…
LA MEGLIO GIOVENTU’- Sono contento per i complimenti ricevuti, e mi fa un grande piacere che il mio nome sia accostato ai calciatori dal rendimento più costante. Anche gli altri miei compagni, meritano tuttavia i complimenti  per ciò che hanno fatto. Un applauso particolare va a Licastro, perché non è assolutamente facile per un portiere giovane, farsi trovare pronto per due volte nello stesso campionato, e prendersi il posto da titolare dopo essere partito come riserva. Carrozza? Anche per lui, parlano l’età ed il rendimento: un ’99 che fa 25 presenze, vuol dire che può già stare con i grandi ed ha un futuro importante davanti a sé.
PRATICO’ E COZZA- Il Presidente è un vero malato di Reggina, mette cuore e passione in tutto quello che fa. Il fatto che non interferisce mai con il lavoro di mister e direttore generale va sicuramente lodato ed applaudito, ma ciò non significa che spesso ha dato lui stesso la carica alla squadra, arrabbiandosi anche di fronte ad alcune prestazioni particolarmente negative. Mister Cozza invece mi ha fatto crescere tantissimo, gli devo molto: è un tecnico a cui piace scherzare e creare feeling con i suoi calciatori, ma ovviamente quando le cose non vanno sa stigliarti a dovere e criticarti in modo da farti migliorare. Riguardo le sue espulsioni, in due circostanze ero accanto a lui e posso dire che stava solo dando indicazioni alla squadra. Forse gli manca ancora il campo, e come tutti i campioni vive la partita con molta carica, ma credo che nei suoi confronti ci sia stato un eccessivo accanimento.Â
L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI REGGINA- Anche noi, così come la società e la tifoseria, ci teniamo tantissimo a chiamarci Reggina,  e speriamo che il cambio di denominazione possa avvenire presto. Allo stesso tempo, non dimentichiamoci che per la nostra gente questa è già la Reggina. A tal proposito, vorrei ringraziare i nostri tifosi, che sono stati stupendi dalla prima all’ultima giornata. Non ci hanno mai lasciati soli, sostenendoci in tutti gli stadi dove abbiamo giocato, da Roccella fino alla lontanissima Marsala.Â
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