Non finiscono mai i problemi della Reggina Calcio. Ulteriori sviluppi emergono in questi giorni, così come riportato nell’edizione odierna della Gazzetta del Sud: il gip Massimo Minniti ha infatti convalidato il sequestro delle quote aziendali.
“Un’ordinanza breve – si legge nell’articolo a firma di Piero Gaeta – ma pesante come un macigno sul futuro della Reggina Calcio, che mercoledì prossimo dovrà provare ad evitare il fallimento davanti alla sezione specializzata del Tribunale di Reggio Calabria”.
“Il gip Massimo Minniti – si legge ancora – ha convalidato il sequestro d’urgenza ordinato dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dal sostituto Stefano Musolino e ha evidenziato che sono emerse gravi e ulteriori falsità fraudolente inerenti attività sulle quali la Reggina Calcio Spa intendeva promuovere il concordato preventivo con continuità aziendale. Il gip scrive di un ‘uso strumentale e artificioso del rapporto contrattuale’ sottoscritto con la Juventus Fc Spa tanto che Stefano Braghin, direttore del settore giovanile della Juventus, ha escluso decisamente che fosse ‘previsto alcun accordo tra le due società per cui la Juventus avrebbe dovuto erogare fondi alla Reggina per l’utilizzo della struttura’. Era previsto, invece, un contratto per l’utilizzo del brand Juventus che scadrà il prossimo 10 giugno. ‘Insomma, non soltanto il contratto con la Juventus Fc non aveva durata pluriennale, per come era prospettato nella domanda di concordato preventivo, ma non era previsto alcuin contributo di 150.000 euro annui’. Ancora più ‘acrobatico e artificioso’ – continua il gip – si è rivelato il contratto con la Figc che avrebbe dovuto fruttare 45.000 euro annui ‘sulla base dei ritiri e corsi di formazione che verranno organizzati preso il Centro Sportivo Sant’Agata”.
Conferme anche in merito ai crediti nei confronti del Comune: “Secondo il gip il credito ‘risultava privo di qualsiasi apprezzabile documentazione che lo giustificasse, quindi giuridicamente inesistente’. Anzi, secondo la Procura la realtà sarebbe ben diversa: è il Comune creditore di 200.000 euro. E, sempre secondo il pm, tra il 15 febbraio 2014 e il 31 dicembre 2015 nel bilancio della Reggina ci sarebbero esborsi di 630.000 euro a favore di Lillo Foti”.
Ultima questione: la concessione del Sant’Agata: “Secondo l’ing Pietro Foti – si legge sempre su Gazzetta – ‘la richiesta di rinnovo della concessione non è stata trasmessa alla Provincia di Reggio Calabria nei termini stabiliti’. E pure la lettera presentata dalla Reggina non presenta alcun timbro della Provincia nè numero di protocollo. Dulcis in fundo, è firmata da Lillo Foti che non era più il rappresentante legale della società (nel frattempo era stato nominato Giuseppe Ranieri)”.
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