Il suo periodo in amaranto è coinciso con gli anni più caldi ed emozionanti nella città dello Stretto. Grande artefice della prima promozione in Serie A e protagonista di quella successiva, Davide Possanzini è sicuramente tra i calciatori più amati dai tifosi amaranto. Chi non ricorda quelle sue sgroppate rapidissime palla al piede, suo marchio di fabbrica?
Oggi, Davide Possanzini è intervenuto ai microfoni di Tutti i Figli di Pianca. Sarà ovviamente presente il 25 giugno nello storico evento che metterà di fronte Reggina ’88 e Reggina ’99: “Devo iniziare a riprendermi ed entrare in forma dopo un piccolo intervento, ma conto di essere al massimo per la grande partita del Granillo. Avete avuto un’idea stupenda, rivedrò anche qualcuno con cui avevo perso i rapporti e, risentendoli adesso, è come se ci fossimo sempre sentiti”.
Chiaro un cenno ai tifosi, con la speranza che anche per loro possa rappresentare lo stesso sentimento: “L’altra volta, sul treno per Foggia, mi ferma un tifoso di Reggio che mi aveva riconosciuto dicendomi che sarà presente tra poco più di un mese. E’ questo a farmi pensare che l’entusiasmo a Reggio non sia mai scomparso. Dovrà essere rispolverato ma c’è sempre, ed è lo stesso di tanti anni fa. In campo ci trasportavano loro, con la loro forza, è stato sempre così e sarà così anche il 25 giugno. Al di là dello scopo benefico, c’è anche quello legato a far riaccendere la scintilla in città , far ritornare la Reggina come era una volta, quando si stava bene”.
Non può mancare un pensiero in merito al nome Reggina: “Deve ritornare quel nome, ovvio. La Reggina è di tutti, di tutti i calabresi, un pò come sta facendo adesso il Crotone. Spero che per Reggio possano tornare quegli anni, la prima cosa è non perdere la speranza, spero che si possa avvicinare qualche imprenditore per far ritornare questa squadra dove merita…”
In ultimo, una battuta sulla storica stagione che condusse gli amaranto in Serie A: “La settimana prima di Torino, quella dopo il pari con la Ternana, dormii più o meno un’ora (ride, ndr). Passavo le notti a parlare con Briano”.
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