Freschissimo di incarico come allenatore, il primo della sua carriera. David Di Michele, dopo l’addio al calcio giocato con la Lupa Roma, ha deciso di continuare (anzi iniziare) in panchina, sempre nella squadra laziale, dopo l’esonero di Cucciari.
Francesco Pietrella, giornalista di Gianlucadimarzio.com, nota testata nazionale gestita dal famoso collega di Sky, ha intervistato proprio l’ex attaccante amaranto, rivivendo insieme a lui le tappe della sua carriera: dagli inizi fino ad oggi. Due le esperienze in amaranto, la prima dal 2002 al 2004 (62 presenze e 15 reti), la seconda dal 2013 fino all’anno scorso (67 presenze e 19 reti).
La prima parentesi con la compagine dello Stretto è positiva, un Di Michele giovane approdava in una società entusiasta, sospinta da una tifoserie euforica per i primi anni di Serie A: “L’esperienza alla Reggina – spiega Di Michele – è stata un crescendo di emozioni. Ho bei ricordi, c’era un magazziniere a cui facevamo sempre grandi scherzi. Aveva mani grandissime, con un ceffone fatto bene ti avrebbe fatto male. Allora noi che facevamo? Quando passava il presidente iniziavamo a dargli 3-4 schiaffoni fatti bene, per scherzare. Tanto non poteva reagire!”.
Nella seconda esperienza, molto più esperto, ritrova la Reggina in Serie B, ma il suo periodo coincide purtroppo con il repentino crollo della Reggina fino alla non iscrizione: “Tornare è stato bellissimo, non ci pensai due volte. Purtroppo si rivelò la scelta meno indicata. Cambiarono tante cose, anche le persone non erano le stesse che avevo conosciuto. Ho rinunciato a diverse offerte per tornare lì, anche dall’estero”.
Emozioni contrastanti dunque. Ma quando la chiacchierata si sposta sul gol più bello della carriera, non ci sono dubbi. Di Michele ne elenca due, tra cui quello contro il Milan rimasto nella storia amaranto: Il gol più bello? “Ne metto due, una rovesciata al Milan quand’ero alla Reggina e un’altra mezza rovesciata al Parma con la maglia del Lecce”.
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