C’è da pensare che ne avessero avuto il sentore, i tifosi amaranto, che oggi sarebbe stata scritta un’altra pagina nera della storia calcistica cittadina. Gli spalti del Granillo, al fischio d’inizio, si presentano quantomai vuoti: una cornice desolante, animata dalla sola Curva Sud, ad ulteriore testimonianza di quanto poco appeal abbia per la tifoseria la rincorsa playoff in atto.
SEMPRE PEGGIO – E’ di scena l’Agropoli, il copione si ripete per l’ennesima volta, con regolarità insopportabile. La squadra ospite vive la suggestione della partita, all’arrivo nell’impianto di viale Galilei si fa ritrarre in una foto ricordo che consegna alla propria pagina FB, poi inizia la gara ed al 90′ è incredibilmente braccia al cielo per una vittoria storica. Era successo con la Leonfortese, allo stesso modo con lo Scordia, ancora oggi con l’Agropoli appunto.
La SSD Reggio Calabria aveva già toccato il fondo e così adesso si ritrova a scavare per capire quanto in basso si possa andare. Un abisso che nessuno ha voglia di scoprire ma al quale si è costretti amaramente ad assistere. Figuraccia dopo figuraccia.
DISASTRO AMARANTO – Quella odierna si configura in due atti, nel primo tempo: al quarto d’ora di gioco una verticalizzazione innocua si trasforma nel gol del vantaggio dell’Agropoli, infiocchettato da Carrozza e Licastro con una marchiana incomprensione; palla a metà strada tra il terzino ed il portiere, nessuno interviene e ne approfitta Manfrellotti che anticipa entrambi e deposita in rete a porta vuota. Alla mezzora Cucinotti conferma la sua innata confidenza con il cartellino rosso, guadagnando l’ennesima espulsione della sua stagione per un fallo di reazione, ravvisato dal guardalinee, sempre su Manfrellotti.
Amaranto a picco. Prima dell’inferiorità numerica c’erano stati 10′ di discreto calcio culminati nella grandissima parata di Polverino, su colpo di testa di Oggiano, abile a deviare la sfera sulla traversa. Prima e dopo un imbarazzante nulla al quale gli amaranto provano a sottrarsi, come sempre, affidandosi al solo Lavrendi predicatore solitario.
RADDOPPIO AGROPOLI – In avvio di ripresa Cozza, che aveva arretrato Roselli in difesa, cambia due uomini: ci sono Cane e Bramucci per Forgione e De Marco. Al fianco di De Bode scala addirittura Maesano. Gli spostamenti tattici non scalfiscono l’inerzia del match. Il peggio, tuttavia, deve ancora arrivare. Retropassaggio di Cane sul destro di Licastro, notoriamente piede debole del portiere amaranto, che conferma la prima giornata no di questa sua ottima stagione rendendosi protagonista di uno svarione terribile: il suo rinvio infatti colpisce Brenci, andato in pressing, e la carambola gonfia la rete nello sconcerto generale.
ACCORCIA TIBONI – E’ 0-2 con l’ulteriore aggravante dell’inferiorità numerica, l’epilogo sembra scritto ma arriva l’improvvisa reazione amaranto: Tiboni svetta sugli sviluppi di un corner e accorcia lo svantaggio. L’Agropoli in un instante smarrisce tutte le sue certezze e appena 40 secondi dopo la SSD Reggio va ad un passo dal pari: Oggiano sfrutta lo scompiglio nella retroguardia cilentana e si presenta solo davanti a Polverino, salvo non riuscire ad angolare la conclusione e sprecare la più comoda delle occasioni.
L’ultima mossa di Cozza, a 15′ dalla fine, è il giovanissimo Liotta (classe 99 all’esordio in prima squadra) al posto di un intermittente Oggiano. Squadre lunghissime, Reggio disperatamente a caccia del pari lasciando inevitabilmente praterie agli avversari che sfiorano in contropiede la terza rete con il solito Manfrellotti. A mostrare orgoglio è il solo Tiboni, che continua a lottare indomito contro gli avversari e pur con delle imprecisioni riesce a rendersi pericoloso, fino all’ultimo istante quando – al 90′ – controlla al limite e si gira in un fazzoletto trovando il palo ad impedire a lui la doppietta, e alla SSD Reggio di salvare almeno le apparenze.
A testa bassissima, verso il finale di stagione.
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