“L’avvenimento di ieri, testimonia ancora una volta la volontà di fare le cose per bene. Un passaggio obbligatorio di quel progetto portato avanti la scorsa estate con passione e spirito di sacrificio, grazie al quale siamo riusciti a dare continuità al calcio a Reggio“. Comincia così l’intervento di Mimmo Praticò, contattato telefonicamente da Tutti Figli di Pianca all’indomani del passaggio da Asd a Srl riguardante il Reggio Calabria.
Oltre che delle nuova struttura societaria, nel corso dell’intervista si è parlato dell’attuale momento che stanno attraversando gli amaranto con riferimento al rettangolo di gioco. “La vittoria col Gragnano- prosegue-dimostra semmai ce ne fosse bisogno di quanto la squadra ed il tecnico condividano il desiderio della società che è quello di raggiungere i playoff. Una prestazione di livello, fermo restando che anche contro Siracusa e Frattese, prime della classe, i ragazzi avevano giocato davvero bene. Ciò che stiamo facendo rappresenta un grandissimo risultato per questa società , fermo restando che tutti dobbiamo avere ben chiara lassoluta importanza di centrare l’obiettivo, il cui raggiungimento potrebbe aprire scenari notevoli con riferimento al calcio professionistico“.
Restando in tema, Praticò conferma quanto dichiarato ieri a Rnp: il blocco delle retrocessioni dalla Lega Pro alla D, per la stagione in corso, è un’idea di un singolo club. “Stando a quanto mi è stato riferito ieri pomeriggio, solo la Pro Patria sta procedendo in tale direzione, e dunque una possibile richiesta di blocco delle retrocessioni, da proporre eventualmente al prossimo consiglio federale, non sarà partorita e portata avanti da tutti i club, così come riportato. Al di là di questo, ribadisco che bisognerà tenere conto dei problemi economici che attanagliano parecchie società . A tale proposito, sono d’accordo quando dite che il sistema calcio deve cambiare urgentemente: non si può consentire l’iscrizione a club che non possono andare avanti, è una questione di rispetto delle regole. Ovviamente, questo non è un problema della Lega Pro, ma di tutto il calcio in generale: leggo di club di serie A che vanno avanti con centocinquanta milioni di euro di debiti, tutto ciò lo trovo veramente assurdo…“.
Per la prossima stagione dunque, il Reggio Calabria punta a potersi ritrovare nel calcio professionistico. Ma se così non dovesse essere, ci sarebbe la possibilità di puntare a vincere il torneo di serie D edizione 2016/2017? La domanda, proviente da parecchi tifosi all’ascolto, viene subito girata al Presidente, il quale risponde in modo schietto e sincero. “Io capisco la voglia di vincere dei tifosi, e posso assicurarvi che condividiamo i loro sogni e la loro passione. Allo stesso tempo però, ho il dovere di non illudere nessuno e di dire le cose come stanno. Questa società fa leva sulle proprie forze e quindi sulle disponibilità economiche provenienti dal lavoro dei dirigenti che la compongono, ma non si può certo pensare che le risorse siano illimitate. Considerando i trecentomila euro a fondo perduto, quest’anno abbiamo speso quanto i club che stanno lottando per il primo posto, se non di più. L’anno prossimo, se si vuole puntare alla vittoria del campionato, servono nuovi soci che vadano a potenziare la struttura già esistente, fermo restando che noi ci sentiamo lo strumento del popolo e della città , quindi se c’è qualcuno che ha risorse economiche più elevate o che ritiene di poter far meglio di noi, si faccia avanti. Per noi l’amore verso la città viene al primo posto, se c’è un progetto più forte del nostro siamo pronti a fare un passo indietro anche domani mattina“.
Tra le idee sottoposte all’attenzione del massimo dirigente, c’è anche quella di ripetere la sottoscrizione popolare che era stata indetta lo scorso luglio, nella (vana) speranza di consentire alla Reggina Calcio di potersi iscrivere al campionato di Lega Pro. “E’ un’idea che si può prendere in considerazione, per noi i tifosi restano i veri padroni e non finiremo mai di ringraziare tutti coloro i quali ci hanno sostenuto e ci sostengono tutt’ora. Tra le idee che abbiamo in mente- conclude– non vi nascondo che c’è anche quella di avere uno o più soggetti che rappresentino la tifoseria all’interno della stessa società “.
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