Roberto Baggio e la Reggina. Un sogno di mezza estate (quella del 2000…) rivelatosi un’illusione, ma di quanto il club di via delle Industrie fosse stato vicino a concludere l’acquisto più importante di sempre, lo conferma uno dei protagonisti.
Nel ricordare Gino Corioni, Presidente di Bologna e Brescia spentosi oggi, la popolarissima pagina facebook “Serie A-Operazione Nostalgia” si è affidata alle parole di Carletto Mazzone, che ha guidato il Brescia di Corioni dal 2000 al 2003. Proprio l’amatissimo “sor Carletto”, in uno dei suoi aneddoti, racconta in prima persona la trattativa che finì col portare il “divin codino” dalla città dello Stretto a Brescia, mandando in frantumi le speranze del popolo amaranto.
Un amarcord imperdibile, che di seguito riportiamo integralmente.
BAGGIO DA REGGIO A BRESCIA: IL RACCONTO DI CARLO MAZZONE
* fonte: Serie A-Operazione Nostalgia.
C’era una volta un grandissimo giocatore, un giocatore che fece innamorare tutta Italia con il suo talento. Un giocatore che si stava avviando ad una malinconica fine di carriera se non avesse scoperto per caso la seconda giovinezza. La storia è andata così, ho l’abitudine di leggere e informarmi su quanto avviene nel mio mondo. Quella mattina stavo a legge un quotidiano sportivo e il mio occhio scivolò su: “Roberto Baggio alla Reggina, è quasi fatta“. Mi toccai un po’ la capoccia e dissi: “Mo lo chiamo, per vedere cosa c’è de vero...”. Ci misi meno a fare il numero che a dirlo in realtà : “Pronto Roberto? Sò Mazzone“.
Dall’altra parte colsi una pausa di sorpresa: “Salve Mister, ma è proprio lei? Davvero?”. “Sì, sò proprio io, sò Carlo Mazzone. Senti, ho letto sul giornale che vai a Reggio Calabria, che cosa c’è di vero?”. Roberto rispose, “Beh, Mister qualcosa di vero c’è…“.
A quel punto, mi feci coraggio e mi buttai: “Scusa, io non voglio sapè se ce vai o nun ce vai a Reggio Calabria, però te vojo dì ‘na cosa, ma perché nun vieni a Brescia? Sta pure più vicino a casa tua…“. “Mister, magari…”, aggiunse che sarebbe stato contento soprattutto perché aveva di me una grande stima. “Te ringrazio, però tu adesso me devi dà mezz’ora di tempo perché devo parlà di questa idea con il mio presidente Corioni…”
Baggio, era a casa sua, a Caldogno, vicino Vicenza. Era stato messo ai margini del calcio. Dicevano che era rotto, che era finito. “Io nun ce credevo pè niente, erano tutte storie e io lo sapevo” Quindi continuai dicendo: “Robbè, senti bello, io parlo con il presidente con lui ho un rapporto speciale, parlo con lui perché è lui che ti deve fà il contratto, ma tu stai tranquillo che vieni con me, quest’anno giochi al Brescia...” Saltai in macchina e andai di corsa a casa di Corioni.
“Che c’è Carletto, che è successo?”. “Presidè, passavo da queste parti e ho pensato di venirla a trovare, c’è una cosa che mi sta particolarmente a cuore ed è molto urgente, io e lei siamo simili, ad entrambi ci piace rilanciare i giocatori, quelli che altri hanno messo da parte e che ci vogliono fà crede che sò finiti…ce n’è uno che lei vorrei proporre…”
Corioni cambio faccia e dissè: “Chi è Mister?”. “Roberto Baggio.” Pronunciai quel nome proprio mentre passava la signora Anna Maria, la signora Corioni, con i piatti in mano: “Sì, sì prendiamolo subito, Baggio lo devi comprare, finalmente un campione, dopo tante schiappe…” Ormai il ghiaccio era rotto, facendo l’occhiolino alla signora le dissi: “Brava, lei si che ci capisce di calcio…”
Corioni ormai accerchiato, si arrese: “Carlè, tu sei un furbacchione, non approfittare delle debolezze di mia moglie…”. “Presidè per il nostro Brescia, Roberto sarebbe come il cacio sugli spaghetti…
Chiamai Baggio e in quattro e quattr’otto l’affare andò in porto. Roberto Baggio trovò la sua seconda giovinezza.
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