La parola è sempre del campo. Che sia il Santiago Bernabeu, il Maracanà o l’Oreste Granillo, che sia il PalaDozza,il Forum di Assago, lo Staples Center o il PalaCalafiore.
Il terremoto Viola non finisce qui: è appena iniziato? Ci auguriamo di no considerando che i nero-arancio stanno subendo un film a puntate che ha dei risvolti “horror”, eliminazioni più ricche che a “La Fattoria” e pochi risultati positivi. Il PlayOut? E’ sempre più vicino. Attenzione ai goal alla Cossato ai tempi del Verona, attenzione alle sorprese ed alle trappole di questo torneo ma soprattutto attenzione ad una Viola che dovrebbe aggiungere la parola “danger” sulle proprie canotte.
Riavvolgiamo il nastro per capire dove eravamo rimasti. Avete presente i cambiamenti di Mister ai tempi dell’Inter dei primi anni della gestione Moratti? Simoni, Ottavio Bianchi poi Lucescu poi subentra Beppe Baresi poi ritorna l’ex Mister della Romania di Gheorghe Hagi e Sabau poi ancora Simoni: si, si, più o meno ci siamo.
Nuovo esonero per Coach Benedetto, il secondo in questa stagione:anche Massimo Bianchi,assistano coach da inizio stagione ed allenatore che era subentrato per un solo turno al tecnico reggino non fa più parte dello staff della Bermè. E’ stato promosso il giovane reggino Bolignano con i gradi di Vice, è tornato Pasquale Motta, secondo assistente di Coach Ponticiello e Coach Benedetto negli ultimi anni ed in cabina di regia c’è un nome altisonante del basket italiano:Fabrizio Frates.
Calcisticamente parlando potremmo paragonare Frates ad uno Spalletti, ad un Picchio De Sisti ai tempi della Fiorentina di Socrates: allena dal 1990 e subentrò sulla panchina di Cantù al glorioso Carlo Recalcati(esonerato qualche giorno fa da Venezia) che in quella stagione iniziò a scrivere pagine importanti della grande Viola. La scossa? Probabilmente è anche arrivata. Mordente parte in quintetto e gioca una buona gara(tutt’altra musica rispetto al Mordente del 2015) la Viola riesce a domare una Siena alle prese con le condizioni del fortissimo Bryant ma, tra sfortuna e percentuali pessime al tiro rovina tutto nell’ultima parte di gara. Diliegro, centro dominante dei toscani,autore di 28 punti e tanta grinta,ha la capacità di franare modello Erik Cantonà sui tabelloni pubblicitari del PalaCalafiore provocando una ferita al play dei reggini Spinelli che non potrà più entrare in campo nei momenti clou. Roberts, americano dal grilletto facile “posterizza” la difesa Bermè con una schiacciata alla Tracy Mc Grady paragonabile alla sforbiciata di Djorkaeff, o al goal di Zidane a Reggio Calabria. Lo stesso Roberts, riesce addirittura a siglare un canestro da campo a campo al termine del secondo quarto.
Siena riesce ad impattare la gara con due triple al tabellone, a sinonimo che, gli “dei del basket” vogliono ancora bene ad una piazza che deve trovare soldoni su soldoni entro sette giorni per non sparire nuovamente dal basket italiano.
E la Viola? La coppia del Goal modello Vialli-Mancini non è in giornata. Rullo e Dobbins sbagliano tantissimo e sembrano realmente irriconoscibili al tiro. Due su sette da due e zero su sette da tre per il primo, quattro su sette e zero su cinque per il secondo che decide, oggettivamente l’ultima parte della sfida.
Sono rimaste nove partite. Mercoledì si gioca ancora in casa di una Virtus Roma che ha rifilato trentotto punti di scarto alla rivelazione della prima parte di torneo, l’Agropoli di Coach Paternoster.
Tra Paternoster, Frates e preghiere varie, la Viola ha l’obbligo di provarci: è facile e riduttivo affermare “giocate per la maglia” ma è oggettivamente così. Contro la gloriosa Virtus Roma di Attilio Caja la Viola subì una delle sconfitte più larghe della sua storia in A1 post ciclone Barbaro ingaggiano giocatori improvvisati prelevati quasi per “la strada”: oggi il materiale umano c’è, non manca nulla, serve solamente rialzare la testa per non complicarsi ulteriormente la vita.
Vi lasciamo con la fotografia di Ciccio Ponticiello (clicca sull’immagine per ingrandirla), ex allenatore della Viola: lui di missioni impossibili se ne intende ed ha esordito sulla panchina di Matera, ultima in classifica, vincendo di un punto e gridando alla telecamere con una posa di “maradoniana” memoria ai tempi di Usa ’94. Con questo spirito, lo spirito fatto di energia e voglia di far bene ci si può rialzare.
Giovanni Mafrici
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