Un riconoscimento a chi esalta lo spettacolo del calcio dilettantistico. Settimanalmente ReggioNelPallone.it – giornale sportivo online più letto in Calabria – premia i due migliori calciatori nell’ambito del calcio dilettantistico reggino. Premio destinato a chi con un gol, una prestazione eccezionale o un gesto meritorio si è distinto nel weekend calcistico.
IL CALCIATORE DELLA SETTIMANA (PRIMA, SECONDA E TERZA CATEGORIA) E’ GIOVANNI D’ASCOLA (SAN GIORGIO).
Tecnica, estro e tanta, tanta fantasia. Ci aggiungiamo giusto un pizzico di esperienza? Perché no. Il risultato è a dir poco sorprendente. Otterremo un esterno brevilineo, carismatico e con qualità da vendere. Come chiamare, però, un calciatore del genere? Forse un nome c’è…Giovanni D’Ascola!
“Ho mosso i primi passi nel settore giovanile dell’Armando Segato di Barillà – dichiara il jolly offensivo del San Giorgio – facendo praticamente tutta la trafila, prima di affacciarmi al mondo dei più grandi. Il primo campionato di Promozione lo disputai con l’Archi, prima di trasferirmi a Palmi. La squadra era reduce da una retrocessione, ma era compito arduo scalare immediatamente la classifica e le gerarchie di un torneo ricco di insidie. Così chiudemmo al settimo posto, ma l’annata successiva dominammo, guadagnandoci l’Eccellenza. Ero ancora abbastanza giovane, ma la personalità non mi mancava di certo. Venni perciò spedito in prestito alla Gallicese, una squadra, sulla carta, poco attrezzata. Sorprendemmo tutti, arrivando addirittura ad un passo dai play-off. Feci ritorno alla Palmese, ma vi lascio intendere quanto sia difficile giocare lontano dalla propria casa, dai propri amici. Nel mercato di riparazione si presentò così la ReggioMediterranea (ex Reggio Sud) e fu amore a prima vista. Non credo che avessi potuto fare una scelta più azzeccata nella mia vita. Lì ho lasciato un pezzo di cuore. Ero capitano e leader di una squadra che ormai aveva cambiato connotati, era una famiglia. Non avrei mai potuto abbandonare quei colori, il giallo ed il blu, se non per esigenze di lavoro”.
Nel libro dei ricordi una miriade di esperienze positive. “Ho vissuto anni fantastici, ma se dovessi scegliere un momento che racchiuda in sé le emozioni che questa squadra mi ha donato penso proprio che parlerei della splendida vittoria di Locri ai play-off. Il “Comunale” era una bolgia, più di tremila gli spettatori presenti. Vincemmo il confronto e ci regalammo un qualcosa di storico, consapevoli che il più era stato fatto”.
Nella stessa stagione, però, l’altra faccia della medaglia. “La finalissima play-off si disputava in campo neutro contro il Roggiano. Dopo cinquanta minuti la partita sembrava avesse già fatto il suo corso. Un netto tre a zero che riduceva al minimo le nostre speranze di vincere quel match. Non so raccontarvi cosa scattò in quel preciso istante. Orgoglio, rabbia: un mix di emozioni. Pareggiammo i conti, mandando la sfida ai supplementari e poi ai rigori. Sul dischetto per il rigore decisivo Ciccio Marino, uno che dagli undici metri difficilmente fallisce. Sembrava tutto scritto, ma non era un film a lieto fine. La mira difetta e ci rendiamo conto che a combattere il destino si perde comunque. Mio malgrado fu quella l’ultima gara ufficiale con la Reggiomediterranea. Era come lasciarmi alle spalle un’intera vita. Il presidente è stato come un padre per me e non smetterò mai di ringraziarlo abbastanza. Ciccio Marino, Gianni Marcianò e Gino Di Giacomantonio sono i tre con cui si è instaurato un rapporto particolare, per certi versi speciale ”.
Il presente si chiama San Giorgio e la stagione dei neroverdi è decisamente da applausi a scena aperta. Domenica è arrivata la vittoria contro l’Antonimina nonostante una settimana travagliata che non ha però intaccato la serenità del gruppo. Hat-trick per Giovanni D’Ascola e pallone a casa. “La partita si è subito messa sul binario giusto. Abbiamo intuito sin da subito che avremmo avuto noi in mano il pallino del gioco e che la nostra catena aveva terreno facile. Abbiamo cercato di sfondare da quella parte e i risultati non sono tardati ad arrivare. Il primo gol l’ho realizzato approfittando di una respinta corta della difesa per calciare al volo di sinistro. Il secondo diciamo che è nato da un’azione sviluppatasi in velocità. Sartiano mi trova con un pallone a tagliare fuori la difesa ed io a tu per tu con il portiere non posso fare altro che timbrare il raddoppio. L’ultima rete, invece, diciamo che ho rubato il gol a Nicolò, approfittando di una palla vagante dopo l’intervento del portiere sul mio compagno. Dedica speciale per questa tripletta? Alla mia fidanzata”.
La passione per il calcio colpisce forte come un proiettile, ma dura il tempo di una vita. “Non riesco a vedermi lontano dal rettangolo di gioco. Il sogno? Mi vedrei bene nei panni di allenatore, chissà..”
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