Un vincente, sia come calciatore che come allenatore. Più di centocinquanta presenze con la maglia amaranto, imprese straordinarie in campo ed in panchina. Dalla Reggina del -11 a quella salvatasi sul campo, dopo aver vinto a Messina. L’avventura di Giacomo Tedesco a Reggio Calabria, si è trasformata nel tempo in una storia d’amore. Non un semplice ex, ma una vera e propria bandiera.
“Ringrazio Reggionelpallone, ricevere il vostro pensiero e gli auguri dei tifosi reggini, nel giorno dei miei 40 anni, mi fa un grande piacere. L’ho detto in passato, e lo ripeto anche in un giorno così speciale: ormai mi sento a tutti gli effetti un reggino d’adozione“. Comincia così, una ‘chiacchierata’ di quelle intense, a tinte rigorosamente amaranto…
QUI SI FA LA STORIA- Quello che abbiamo fatto a Messina resterà per sempre nella storia dei colori amaranto. Siamo riusciti a salvarci, scrivendo un finale bellissimo al termine di una stagione in cui le enormi difficoltà erano sotto gli occhi di tutti. Due partite interpretate in modo perfetto, nelle quali il popolo amaranto ci è stato vicino attraverso una partecipazione incredibile ed un affetto davvero straordinario. Per quanto riguarda il sottoscritto, mi riconosco il merito di aver portato la voglia di sorridere all’intero del gruppo. Sapevo che quella squadra aveva valori tecnici ed umani, ma si era spenta dal punto di vista emotivo. Sono sempre stato un giocherellone anche da calciatore, questo mio spirito l’ho portato anche in panchina: ho fatto capire ai ragazzi che dovevamo dimenticare le varie problematiche che ci stavano intorno, e ricordarci di quanto fosse bello giocare a calcio e rappresentare i colori amaranto. I giocatori sono stati bravissimi a recepire il messaggio, vi assicuro che appena finiva un allenamento quasi ci rimanevano male, perchè volevano continuare a restare in campo. Si, è stato quello il vero segreto della vittoria ai playout.
CHE PECCATO…La mancata iscrizione in Lega Pro ha rappresentato un dispiacere enorme. Peccato davvero, sono straconvinto che se Foti non avesse avuto quei problemi di salute proprio in un momento cruciale, in un modo o nell’altro avrebbe iscritto la Reggina al campionato. Il rammarico aumenta, pensando anche a quel gruppo di calciatori dai quali si poteva ripartire: sono sicuro che c’erano le basi per tornare grandi, ma ormai è inutile piangere sul latte versato. In ogni caso, bisogna fare i complimenti alla nuova società , che attraverso enormi sforzi è ripartita dalla serie D.
RISPETTO E STIMA- Sono sincero, ad inizo stagione mi sarei aspettato una chiamata dal gruppo di dirigenti che ha fatto ripartire il calcio a Reggio. Così non è stato, e da quel momento non ho mai più pensato alla panchina del Reggio Calabria, anche perchè ho una stima enorme verso Ciccio Cozza, al quale tra l’altro mi legano tanti bei ricordi come calciatore. Quando sono diventato allenatore della prima squadra della Reggina, più di una volta Ciccio mi ha chiamato per darmi sostegno, dicendomi che ce l’avremmo fatta a salvarci. Ho sempre guardato con rispetto a questa nuova realtà , ecco perchè certi commenti di alcuni dirigenti o di alcuni componenti dello staff tecnico mi hanno amareggiato: dal momento che Tedesco non ha mai fatto alcuna polemica, perchè uscirsene con frasi nelle quali si ripeteva che come allenatore non ho ancora dimostrato nulla?
TEMPO AL TEMPO…Ho saputo che il settore ospiti occupato dagli Ultras reggini, subito dopo la sconfitta di Rende, ha invocato più volte il mio nome. Se dicessi che la cosa non mi ha fatto piacere sarei un ipocrita, ma ripeto, a Reggio Calabria c’è un ottimo allenatore, al quale serviva solamente il tempo necessario. Nonostante le ultime due sconfitte consecutive, credo che questa squadra stia facendo bene, considerando da dove si è partiti la qualificazione ai playoff sarebbe comunque un traguardo importante. Ripeto, nel calcio i risultati arrivano col passare del tempo, non si può pretendere tutto e subito: Cozza sta facendo il massimo, neanche Allegri poteva fare meglio di lui quest’anno.
DI NUOVO IN PANCHINA- Ho avuto qualche chances di continuare la mia avventura da allenatore a Catanzaro, visto l’ottimo rapporto con il Presidente Cosentino, Poi hanno deciso di affidarsi ad Erra, altro allenatore capacissimo che sta facendo un ottimo lavoro. Da qualche settimana, ho ripreso ad allenare con i ragazzi della mia scuola calcio, perchè non mi va nè di stare fermo nè di accettare chiamate last-minute da parte di squadre che magari sono disperate. E poi, qui non corro il rischio di venire esonerato, perchè il Presidente è mia moglie… (ride, ndr).
SOLO UNITI SI VINCE- Conosco troppo bene Lillo Foti, per pensare che si accontenti di operare solo nel settore giovanile. Sono certo che l’anno prossimo tornerà a fare calcio agonistico, e spero che Reggina Calcio e Asd Reggio Calabria possano unirsi. Al di là di chi siano i presidenti, gli allenatori o i calciatori, Reggio Calabria merita una società in grado di riaccendere l’entusiasmo e la passione della gente, riportando questi colori ai fasti di un tempo.
QUEI DERBY DA CONSEGNARE ALL’ETERNITA’…Il mio ricordo più bello da allenatore della Reggina, ce lo avete in foto: l’esultanza di Messina, aggrappato alla rete di recinzione che mi separava dal settore ospiti, occupato dagli Ultras. Una gioia incancellabile, che ho voluto condividere con i nostri tifosi. Da calciatore invece i ricordi sono tantisismi, ma anche in questo caso scelgo il derby col Messina, al termine del quale la nostra salvezza coincise con la loro matematica retrocessione dalla serie A alla B. Mi sento reggino fino in fondo, aver battuto in quel modo i “cugini”, sia da calciatore che da allenatore, rappresenta un’emozione che pochi possono vivere e raccontare.
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