Marco, partiamo dal presente. A gennaio il tuo trasferimento agli aquilotti, l’impatto è stato positivo?
“Posso dire assolutamente di si. Mi sto trovando bene qui, sono consapevole delle ambizioni di una piazza importante e di una società in cui ‘o si vince o si vince’ “.
Prima di Cava, breve parentesi all’Agropoli. Breve appunto, visto lo smantellamento della società nel mercato invernale che ha coinvolto anche te. Cosa è successo?
“Il Presidente, a fine girone di andata, si è reso conto dell’impossibilità di disputare i playoff, obiettivo a cui volevamo puntare visto anche il valore dell’organico”.
E così ha optato per questa decisione?
“Esattamente, ci ha parlato ad uno ad uno spiegando qual è la situazione. Specialmente chi aveva un ingaggio importante doveva sedersi a tavolo e discutere sul prosieguo”.
In una delle tue ultime partite con la ex squadra hai affrontato il Reggio Calabria, che proprio ad Agropoli ha ottenuto la prima vittoria fuori casa gettando le basi per una rimonta molto importante . Decise la gara un episodio, il rigore di Riva. Che impressione ti hanno fatto, gli amaranto, in quella circostanza?
“Quella venuta lì era sicuramente una squadra diversa rispetto ad inizio anno. Si vedeva già la mano del mister dal punto di vista dell’organizzazione di gioco. Ad essere sincero, però, non mi ha dato l’impressione di essere una corazzata così come il Siracusa o la Cavese stessa”.
Adesso, a distanza di qualche mese, dovrai riaffrontare Lavrendi e compagni, seppur con una maglia diversa. Per gli amaranto è quasi un’ultima spiaggia in ottica primo posto e probabilmente le esigenze di vittoria sono maggiori delle vostre. Per la Cavese invece? Potrebbe anche bastarvi un punto?
“Lo dico sinceramente: se anzichè due pareggi, nelle ultime due gare casalinghe avessimo ottenuto due vittorie, il pari al Granillo sarebbe potuto anche essere accolto con positività . Ma visti i punti persi tra le mura amiche, anche per noi c’è l’esigenza dei tre punti”.
Anche perchè, tra l’altro, c’è sempre l’impressione che la prima gara dopo il cambio di allenatore possa portare una sorta di scossa a livello psicologico. Sei d’accordo con questa idea?
“Si, sono molto d’accordo. Questo accade anche perchè i calciatori vogliono cercare di mettersi in evidenza agli occhi del neo tecnico. Poi, specialmente nel mio ruolo, c’è molta competizione”.
Restando in tema ‘neo mister’, anche se sei da poco nella nuova società , ti aspettavi questo esonero un pò improvviso?
“In molti in questi giorni, un pò increduli, ci hanno posto questo quesito. E’ stata una decisione presa dal Presidente. Come detto prima questa è una società ambiziosa e, anche se gli ultimi risultati non erano stati negativi, evidentemente si voleva raccogliere il massimo ed il Presidente ha optato per questa soluzione”.
Torniamo al passato. Tu a Reggio Calabria ci sei effettivamente tornato, giocando un anno all’Hinterreggio. Annata personale molto positiva, lo dicono le presenze ed i gol. Tu come la giudichi?
“Senza dubbio positiva per quanto riguarda le mie prestazioni. Ho giocato con continuità mettendo a segno 8 reti. Purtroppo già due anni fa la situazione societaria non era delle migliori, e credo che questo ha influito anche sui risultati”.
Comunque, in ogni caso, tu a Reggio saresti potuto tornare, ma con l’Asd Reggio Calabria. Per ben due volte sei stato vicino a firmare, ma in entrambi i casi è saltato l’accordo.
“Si, è vero, c’è stato un pour parler sia in estate che pochi mesi fa, seguito però da qualche tentennamento e la conseguente fumata nera. Non sono uno che aspetta molto e ho preferito guardarmi attorno vagliando e accettando altri corteggiamenti”.
Chissà che un giorno, comunque, il corteggiamento non possa concludersi in matrimonio. Nel frattempo, però, Puntoriere tornerà a Reggio, ma con l’obiettivo di mettere in atto un brutto scherzetto agli amaranto.
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