Un dato in particolare salta all’occhio guardando il risultato: crolla l’imbattibilità del Siderno. D’Agostino, dopo più di mille minuti, è tornato a vedere il pallone rotolare alle sue spalle: è il minuto 50 di Aurora-Siderno, è il gol dell’1-1, punteggio che poi resterà tale sino alla fine, nonostante tanti episodi e tante emozioni, e un finale convulso con ben nove minuti di recupero.
LA GARA – “Modulo che vince non si cambia”. Qualche modifica nel famoso detto tanto caro agli amanti del calcio e non solo, la sostanza però è la stessa: il 3-5-2, modulo che un pò a sorpresa l’Aurora sta utilizzando da qualche giornata, viene riproposto quest’oggi. Favasuli perno centrale della retroguardia, Pangallo faro a centrocampo, Wisniewski e Postorino riferimenti offensivi. Risponde mister Laface con un 4-4-2 classico e un attacco da far paura, guidato da Marino e Carbone.
L’inizio sembra tranquillo, sembra appunto. Le due squadre si studiano, il Siderno pare sbilanciarsi un pò di più, guadagnando qualche calcio d’angolo iniziale. Da uno di questi nasce il vantaggio: dopo il cross dalla bandierina, su cui nessuno interviene, si avventa l’ex Bocale Audino che in tuffo mette in rete per il vantaggio ospite. Partita in discesa? Fino al 25′ così pare: locali storditi, biancazzurri che premono sull’acceleratore convinti di poter chiudere già all’intervallo il match. Ci provano nel giro di pochi minuti prima Spataro e poi Carbone, ma Marcianò risponde presente. E’ quanto succede nella prima frazione, più vivace nella prima parte, più tranquilla nella seconda.
Se qualcuno si dovesse chiedere il motivo di questa (apparente) tranquillità , è presto spiegato: le emozioni sono concentrate tutte nella ripresa, due di queste provenienti dai rigori forse un pò generosi. Il primo, concesso ai padroni di casa al 50′ per un fallo su Favasuli in seguito ad un cross dalla bandierina. E’ lo stesso capitano biancoblù a presentarsi sul dischetto: sceglie la destra e trafigge D’Agostino, rimasto fermo a guardare il pallone infilarsi in rete. Dieci minuti più tardi è la volta del Siderno: anche in questo caso è il rigorista a guadagnarsi il tiro dagli undici metri, con conseguente espulsione di Pangallo. Ciccio Marino, però, sbaglia facendosi intuire il tiro dal fuoriquota Marcianò, il quale indovina l’angolo e blocca il pallone tra la gioia di compagni e sostenitori locali.
Le emozioni, come detto prima, non finiscono qui. L’Aurora ha esaurito le sostituzioni, è in 10 e nel giro di pochi minuti si fanno male Caricato e Marino. Il primo esce, il secondo, pur zoppicando, resta in campo per tenere bassa la difesa ospite. E’ una mossa geniale, che alla lunga porterà i suoi frutti. I padroni di casa abbassano il baricentro senza farsi sorprendere, Postorino e Marino restano alti, gli altri tutti arroccati ad allontanare palloni. Per il Siderno è un assedio, i biancazzurri ci provano in ogni modo ma tra imprecisione e bravura avversaria non riescono a buttarla dentro. Gli attacchi sono respinti, ci si mettono anche i legni davanti: dopo una mischia in area infatti, Ciccio Carbone sferra un destro potentissimo che prende in pieno la traversa e ritorna in campo. E’ questa l’ultima vera e propria occasione della gara, che diventa lunghissima a seguito di un nervoso finale. Qualche parapiglia nel recupero produce una espulsione per parte (Buonanno e Mallamo) e un allungamento dello stesso. Sotto un acquazzone non forte ma continuo e con nove minuti di extra time si chiude il match: è 1-1, tanti i rimpianti ospiti, tanti i sorrisi locali.
Commenti