Di Ugo La Camera – Cara Reggina, guardarti alle soglie dei tuoi 102 anni tra i dilettanti con uno stadio ridotto a terra e fango, un po’ mi rattrista. Tu eri abituata a ben altri palcoscenici, hai sfidato le grandi della serie A, quando il nostro campionato era il più bello del mondo, tu cara Reggina hai violato l’ Olimpico di Roma e fatto tremare San Siro e il Delle Alpi. E adesso invece ? Annaspi tra Due Torri e Sarnese, guardi dal basso Siracusa e Cavese e le squadre che ti facevano da sparring partner per la partitella di metà settimana o per la loro amichevole di lusso ora sono le tue avversarie. Come faccio a non essere triste? Ma tu mi guardi con l’aria di quella nonnina ultra centenaria che ne ha viste di tutti i colori e, con un sorriso abbozzato mi dici…
”Perché ti rattristi? Sapessi quante ne ho dovute passare in questi 102 anni…. Sono nata e per avere un campo di gioco ho dovuto aspettare 8 anni, altro che terra e fango, Per 14 anni ho indossato con onore il bianconero prima e il nero dopo, prima che per me scegliessero il colore dei tramonti più belli: l’amaranto. Ho subito fallimenti, ingiustizie e mentre le nostre vicine di casa si vantavano per le loro imprese , io ho aspettato 50 anni per festeggiare la serie B.
La pazienza mi ha sempre accompagnata e la perseveranza mi ha fatto superare anche gli eventi più tristi, quando perdemmo per un solo punto la serie A a Lecco o per quei maledetti rigori a Pescara, il gol di Cossato o quel Catania che ci rubava ogni anno i sogni di vittoria Abituarti a incassare le più cocenti delusioni mi ha consentito di gustare al meglio le gioie: Perugia, Torino, lo spareggio con l’Atalanta, nove anni di serie A, le tre ‘carcagnate’ al Messina.
In tutto questo, nelle gioie e nei dolori, io sono rimasta sempre la piccola Reggina, piccola ma con la fierezza e la dignità di un intero popolo alle spalle, soprattutto di quelli che da lontano mi portano sempre nel loro cuore e soffrono per me”.
“Ti ricordi quando eri grande, ora sei un po’ piccolina”…. Mi chiedevo spesso perché, anche quando giocavamo nei prestigiosi campi della massima serie nazionale, continuassero comunque a proporlo; ora l’ho capito finalmente, perché se continuo a cantare quel motivetto scopro che TU SEI SEMPRE LA MIA REGGINA!!!!
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