Ad intermittenza, come le luci dell’alberello di Natale che avete nel salotto accanto al divano di pelle ed al mobile di mogano ereditato dalla nonna. La Bermè Viola Reggio Calabria si rialza e vince in casa contro l’Angelico Biella sollevandosi dall’ultimo posto. Non è tempo per pensare ad una “Remuntada” modello Special One ma i segnali sono finalmente positivi anche in terra calabra.
Il corso del nuovo allenatore, Giovanni Benedetto 2, modello Rambo e Terminator, il ritorno, conquista due vittorie ed una sconfitta all’interno di un Viola A2.0 rubando il titolo della mia trasmissione in onda il martedì su VideoTouring alle 20.30 ed il giovedì alle 22.30 su Rtv. L’intermittenza, però, parte dal modo di giocare ed interpretare questa sfida: cambi a raffica per il Coach dei reggini neanche assistessimo alla partita del cuore della Nazionale Italiana Cantanti.
Il clima non è assolutamente amichevole: ci si gioca la possibilità di evadere dall’ultima e mortificante casellina della classifica in pieno odor di retrocessione in Serie B. La Viola, ormai lo abbiamo capito, parte lenta, come una vecchia Fiat Uno Rap Diesel:ma, a sorpresa, come nello spot di quell’auto degli anni ’90, i protagonisti nero-arancio saltano, gridano e si danno il cinque con una bella prestazione di gruppo.
Rotazioni vere, a nove uomini: dentro un Valerio Spinelli, tutto cuore modello Gianni Morandi (andrebbe probabilmente meglio Gigi D’Alessio)che ritorna in campo dopo tanti, troppi giorni che hanno indebolito tantissimo la compagine dello stretto. Il numero 99 mostra giocate d’alta scuola pur non avendo smaltito l’infortunio al ginocchio: si intravede tutta la sua classe alla Gianfranco Zola con la speranza che la sua condizione possa crescere e farlo fluidificare modello del miglior Christian Maggio. Accanto a lui c’è anche Austin Mambo Freeman, che, dovrà fare tanta terapia per ritornare a suonare il “Mambo Number 5”.L’americano gioca in controllo, senza forzare (è evidente che non è al top) insaccando, comunque qualche canestro fondamentale.
La musica la suonano il buon Gianni Morandi tra un selfie ed un post su FaceBook, Tozzi e Ruggeri: “Si può dare di più”, recitava così un successo di Sanremo, ma al momento, la Viola si prende questi due punti importantissimi e si rialza con la giusta grinta ed un gruppo che, arrivato al limite della sopportazione psicologica sembra crescere: finalmente! C’eravamo stancati di ascoltare la “Malinconoia” di masiniana memoria tra le mura del PalaCalafiore: la maledizione dell’”emesi dopo la vittoria contro Scafati ha funzionato alla grande considerato che i nero-arancio erano a secco di vittorie tra le mura amiche dal lontano diciotto di Ottobre.
I meriti di questa vittoria? Tutti, nessuno escluso con Rullo (compressore) nuovamente Top Scorer e finalmente protagonista dello striscione che tutte le curve d’Italia cantano più di Maria Salvador di J-Ax(Rullo-Spinelli). Silenziosamente sono arrivati tre uomini che vogliono dare una mano ed hanno a cuore la causa: partiamo dal rettangolo di gioco elogiando l’immensa energia di Tony Dobbins. Il Moscardelli del campionato di A2 non sarà un bomber alla Pruzzo, magari sbaglia qualche goal sotto porta modello Silenzi ai tempi della Juventus ma ha tanto cuore. Più elegante di Tacchinardi, meno ruvido di Pasquale Bruno, scende sulla fascia modello Abate con grandi falcate, efficace alla Gattuso con il cuore di Sebino Nela:in sintesi, acquisto al momento azzeccatissimo: continua così super Barba!!;
Il secondo nome è silenzioso quanto Dobbins ma ha la Viola nel cuore da sempre. Il “mostro sacro” Kim Hughes, salutati i Portland dispensa consigli, passione ed attaccamento alla maglia: sarebbe capace di convincere Francesco Totti a giocare con la canotta degli aquilotti, o far travestire Ferdinando Ielasi da ultras peloritano: una vera e propria manna dal cielo arrivata dalla Nba;
Il terzo, ma non meno importante è il Professore Gaetano Rosace: non ce ne voglia il suo predecessore, serio e preparato ma, da questo punto di vista, la Viola aveva bisogno di un cambio di marcia e di abitudini legate alla preparazione fisica. La squadra sembra più tonica ed attenta.
E adesso? La strada è sempre in salita. Non c’è tempo per i rimorsi,per i se e per i ma. Non c’è tempo neanche per il basket mercato, ancora troppo lontano. Bisogna lavorare a testa bassa per provare a trasformare una stagione fallimentare modello Juventus di Gigi Maifredi negli anni ’80(mi ero stancato di parlare sempre di Volpi e Novellino) in qualcosa di sorprendente. La prossima sfida? Si gioca ad Agrigento in casa del giocatore di basket di questo campionato che si avvicina di più come modo di approcciarsi alla gara al talento infinito di Leo Messi: gara tutta in salita contro la Moncada di Franco Ciani, team che ha appena battuto la capolista Scafati grazie al ritorno in grande stile del più grande rimpianto del mercato reggino degli ultimi quindici anni(dopo la cessione di Ginobili alla Virtus Bologna praticamente):Alessandro Piazza, detto “Piazzino”. Tifoso del Bologna dai tempi di Lajos Detari, fisico alla Giovinco, assist fluidificanti e visione di gioco modello Andrea Pirlo ed atteggiamento da super alla Paolo Maldini, insomma, un super giocatore.
Agrigento è una società solida dalla quale prendere esempio: il PalaMoncada, impianto di ultimissima generazione è stato rinnovato ed ampliato. E’ l’unico impianto d’Italia con il sapone liquido nei bagni e le salviettine profumate: accessori a parte, sarà dura giocare contro una squadra che ha saputo resistere alla lunga assenza di Piazza(grande lavoro di Saccaggi). Collettivo che gioca a memoria da tantissimo tempo dagli anni delle super finali per salire di categoria, perse dai reggini(di quella squadra dei siciliani è rimasto il grandissimo Chiarastella, argentino tutto cuore).
Il ricordo più bello dei nero-arancio legato al PalaMoncada? Era il Gennaio 2013, uno straordinario Piazza annientò i siciliani a suon di canestri. Impresa ripetibile? Lo scopriremo domenica sera.
Giovanni Mafrici
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