Un bivio cruciale quello che attende il Reggio Calabria, ad una settimana esatta dalla chiusura della finestra di calciomercato inerente i movimenti dei calciatori dilettantistici. I giorni successivi al pareggio casalingo col Noto, hanno portato società e vertici dell’area tecnica a prendere decisioni per certi versi inaspettate: Nicola Arena e Riccardo Riva, pedine fondamentali dello scacchiere costruito tra luglio ed agosto, sono infatti vicinissimi a dire addio ai colori amaranto. Riguardo l’ex Akragas, la  prestazione irritante di domenica scorsa probabilmente ha rappresentato la classica ‘goccia che fa traboccare il vaso’, in quanto va considerata l’ultima di una lunga serie. Gragnano, Scordia (nonostante il rigore realizzato), Palmese, Agropoli e Noto, sono le cinque gare consecutive in cui Arena è sembrato un corpo estraneo. Molte, considerando il valore indiscutibile di un calciatore chiamato a fare la differenza. Troppe, considerando che da un mese a questa parte i dirigenti amaranto hanno più volte ribadito a chiare lettere che “Servono calciatori motivati, disposti a dare il cento per cento dal primo al novantesimo“. Se il ‘taglio’ di Arena può dunque essere visto come il tentativo di dare uno scossone, quello di Riva è la sorpresa più grande: protagonista in negativo di un avvio pessimo, il 30enne centrocampista di origini lombarde ultimamente aveva alzato l’asticella verso l’alto, e sembrava stesse finalmente trovando la quadratura del cerchio. In questo caso dunque, la scelta va vista più che altro nell’ottica di un cambiamento a livello tattico.
Nuovo assetto? Probabile. Nuovi interpreti? Sicuro. Il dg Gabriele Martino insomma, si accinge a rivoltare l’organico a disposizione di Cozza. Da uomo esperto e navigato quale è, siamo sicuri che il diretto interessato sia perfettamente consapevole che mai come adesso il tempo è tiranno. Eh si, perché prima del ‘gong’ previsto per giovedì 17, domenica 13 dicembre c’è una tappa che non si può assolutamente mancare: per mantenere ancora le speranze di vertice, vincere a Vallo della Lucania non è più un obiettivo. E’ un obbligo, un bivio senza appello. Perché se prima abbiamo parlato dei singoli, è giusto ribadire, ancora una volta, che questo è un gruppo valido sotto il profilo tecnico, nonché composto da ragazzi in gamba dal punto di vista umano. Ma allo stato attuale, il Reggio Calabria rimane inferiore quantomeno a Siracusa e Cavese. Lo dicono i numeri, lo dice la classifica, lo dicono i fatti. Di quanto appena esposto, Martino se n’era già accorto in tempi non sospetti. “Abbiamo l’obbligo di rinforzare questo gruppo, lo merita la nostra gente, lo merita la città “. Una frase diventata un tormentone, una frase che abbiamo sposato, fatto nostra, e che condividiamo in pieno.
Bisogna fare in fretta, molto in fretta, specie in considerazione delle partenze eccellenti che quasi certamente diventeranno realtà prima della sfida con la Gelbison. Nel frattempo, si registrano gli arrivi di Marco Cane e Cosimo Forgione. Il primo andrà a puntellare l’out di destra, che dopo la rescissione di Dentice non prevedeva alcuna alternativa a Maesano. Il secondo sarà una freccia in più nell’arco del centrocampo, sperando che prosegua sulla scia di quella vena realizzativa che lo ha visto andare a segno 12 volte in un anno e mezzo.
Ovviamente, non basta. Servono almeno un altro difensore (due, qualora alla lista degli addii si aggiungesse il nome di Mautone), un altro centrocampista e due attaccanti. Ma soprattutto, servono due-tre calciatori in grado di spostare gli equilibri, di aumentare la caratura di un collettivo che è pur sempre reduce da cinque risultati utili consecutivi. La scorsa settimana, avevamo scritto che dicembre sarebbe stato il mese della verità : ecco signori, ci siamo…
 Cullare ancora una rimonta che resterebbe di diritto nella storia, o concentrarsi già da ora sul prossimo campionato, quando alla fine di quello ancora in corso manca ancora un intero girone? Visti i segnali positivi rimarcati con entusiasmo fino ad una settimana fa, ma soprattutto visto il blasone di questi colori e l’importanza di questa maglia, la seconda ipotesi avrebbe davvero non solo il sapore della sconfitta cocente, ma anche l’effetto di un pugno nello stomaco…
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