Per interi decenni, il calcio calabrese ha vissuto delle imprese di Reggina, Catanzaro e Cosenza, protagoniste di numerosi duelli in serie B, oltre alle lunghe presenze in serie A dei giallorossi negli anni ’80 e della Reggina nel primo decennio del 2000. Per tutto questo tempo, il Crotone ha vissuto all’ombra delle ‘big’. Ma da ormai due stagioni, i pitagorici sono i portabandiera della Calabria, e mai come quest’anno si trovano a poter accarezzare quel sogno proibito chiamato serie A, grazie ad un fantastico campionato da vertice. Intanto però, Torromino e compagni si sono tolti una grande soddisfazione: giungere ai sedicesimi di Coppa Italia, giocare a San Siro contro il Milan e costringere i rossoneri a disputare i tempi supplementari.
Una partita dall’esito scontato che però i ragazzi di Juric hanno affrontato con grinta, orgoglio e determinazione, facendo sudare anche più delle proverbiali sette camicie a Mexes e compagni. Il Milan, sbloccato il risultato a inizio ripresa con Luiz Adriano, ha creduto di aver messo le mani sulla partita; non aveva però fatto i conti con la rabbia agonistica di un Crotone giunto a Milano non per vacanza. A metà ripresa arriva la rete di Budimir che ristabilisce la parità , gela gran parte degli sbigottiti tifosi rossoneri, facendo al tempo stesso esplodere di gioia i sostenitori rossoblù presenti al “Meazza” per questo match storico. Il forcing del Milan non produce effetto, mentre ancora Budimir va vicino ad un clamoroso gol-qualificazione. Si arriva ai tempi supplementari, un’impresa incredibile per i rossoblù, che a questo punto fanno di tutto per portare la sfida ai rigori; ma al tramonto del primo extra-time, il Milan usufruisce di una punizione dal limite che Bonaventura, ormai diventato un cecchino infallibile grazie agli insegnamenti di Mihajlovic, inchioda Cordaz firmando il nuovo vantaggio rossonero. Nel secondo quarto d’ora supplementare il Crotone risente del contraccolpo e non riesce a rendersi pericoloso, subendo poi la rete di Niang che chiude i giochi.
Il Milan va avanti, subissato dai fischi di quei pochi intimi presenti allo stadio. Il Crotone invece esce da ‘la Scala del calcio’ sconfitto dopo una battaglia durata centoventi minuti, ma a testa altissima, portando con fierezza l’orgoglio calabrese a riassaporare gioie vecchie ormai più di un lustro. E chissà che, visto il cammino in campionato, Juric e i suoi ragazzi uscendo da San Siro non abbiano detto “Arrivederci a presto…”
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