Arrivato a Reggio il 1 settembre, nella settimana che avrebbe condotto gli amaranto al debutto di Aversa, Francesco Mautone si è ritagliato uno spazio importante, facendo ormai stabilmente parte della formazione titolare e componendo con De Bode l’asse centrale della difesa.
Intervistato dai colleghi di TMW esprime tutta la sua soddisfazione per l’esperienza in riva allo Stretto e la profonda ammirazione per la tifoseria amaranto. “Qui mi trovo benissimo. Col tempo ho avuto modo di apprezzare Reggio città , oltre che i tifosi che sono unici. La società poi è composta da persone altamente professionali”. Assicura il difensore nativo di Torre Annunziata, che allontana le voci che lo volevano in procinto di accasarsi altrove. “Indiscrezioni che smentisco categoricamente e che mi hanno dato anche un po’ di fastidio. Io vorrei vestire questa maglia quanto più a lungo possibile perché non è concesso a tutti l’onore di farlo. A livello personale sono molto contento di aver abbracciato questo progetto e di come sto facendo in campo”.
Quale ruolo sta avendo la passione popolare reggina? Mautone è chiaro nella risposta. “I tifosi a Reggio hanno un attaccamento alla maglia come pochi, vivono per questi colori. Ci sono stati sempre vicini nei momenti delicati perché hanno visto principalmente calciatori veri. Erano delusì sì, ma non ci facevano mancare mai il loro apporto. Noi questo lo abbiamo avvertito e ci ha fatto bene. Ma dei tifosi ho apprezzato soprattutto la loro voglia di essere partecipi alla nostra rinascita e alle nostre vicende”.
Una squadra composta anche da calciatori giovani, cui gli “over” devono coprire le spalle a maggior ragione in una realtà ambiziosa e ricca di pressione quale Reggio Calabria. “Abbiamo il dovere di essere loro da esempio e di aiutarli anche, e soprattutto, quando sbagliano. Ma è la piazza che ti fa crescere: il Granillo è una palestra per tutti, ti fa le spalle larghe. E rappresenta una formazione importante per la loro carriera. Reggio Calabria ha visto negli anni giocatori così prestigiosi che non sto qui a ricordare. E poi c’è Cozza – conclude Mautone – che in città è una istituzione e che, giustamente, pretende che la maglia sia onorata e che gli obiettivi debbano essere quanto più alti possibili”.
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