Un progetto propugnato, sostenuto oltremodo, ma che ha già perso uno dei pezzi più importanti. Mister Cotronei ci ha messo la faccia, sempre e comunque. Anche dopo la prima, sonora, sconfitta tra le mura amiche contro il Caulonia. Anche dopo i quattro gol subiti al “Raciti” di Siderno. Anche dopo le sei partite senza vittorie. Le responsabilità, quando la squadra non decolla, sono condivise, ma il tecnico ha sempre fatto mea culpa, ha sempre sottratto i propri ragazzi da una critica a volte troppo aspra.
Con i giovani occorre pazienza – predicavamo circa tre mesi fa – sono inesperti e a volte troppo istintivi. Il tecnico, però, ha fatto di necessità virtù, sfruttando la loro freschezza fisica per sopperire alle carenze tecnico-tattiche. Ha incontrato, lungo il tortuoso cammino neroverde, squadre attrezzate, rose importanti, grandi individualità. Ha accettato il verdetto, inappellabile del campo, e a testa bassa continuato a lavorare. Poi è arrivato il momento delle dirette concorrenti e la Villese non ha mai steccato, conquistando otto sui sedici punti disponibili.
A Villa la panchina scotta. Ce lo insegna la storia recente, che ha visto, nel giro di tre anni, avvicendarsi quattro tecnici alla guida della squadra. Leonardis l’eccezione che conferma la regola, l’unico capace di rinnovare di domenica in domenica la fiducia accordata dalla società.
Lascia una squadra in crescendo, reduce da una vittoria al cardiopalma contro un San Giuseppe più pronto in termini di esperienza ed una prestazione importante su un terreno difficile come quello di Soriano. Lascia, ma non avrebbe lasciato, perché un capitano non abbandona mai la propria nave. E in un periodo in cui in Promozione sembra andare di “moda” il cambio di panchina, salta anche quella neroverde. L’orchestra perde il proprio maestro: è la sconfitta più pesante in questi primi tre mesi?
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