“La classifica? Aspettiamo Agropoli, sperando in un’altra scintilla…“. Così terminava l’editoriale scritto subito dopo la vittoria degli amaranto sulla Palmese, all’interno del quale veniva sottolineato quanto quel successo poteva spingere verso un percorso che deve avere l’obiettivo di ritrovare e riabbracciare la storia. Dopo il successo del Guariglia, ottenuto in ‘perfetto stile serie D’ (ardore, personalità e fatica, laddove spettacolo ed estetica possono tranquillamente passare in secondo piano), è dunque giusto mantenere la parola, e dare uno sguardo sia alla lotta per il primo posto che al calendario. Il gap dal vertice purtroppo è rimasto immutato, visto che le prime quattro hanno vinto tutte, ma i ragazzi di Cozza sono riusciti a risalire di un’altra posizione, balzando al sesto posto e staccando quella zona playout che fino a qualche settimane fa era un incubo concreto, ma ad oggi si è trasformata in un triste ricordo e nulla più.
Il nostro operato è sempre stato mosso da una profonda onestà intellettuale, e per tale motivo è giusto affermare, proprio adesso, che questa risalita rappresenta per noi una piacevolissima sorpresa. Un riscatto del genere lo speravamo ardentemente, ma forse non ce lo aspettavamo in tempi così brevi. Alla luce di tutti i sostanziali miglioramenti visti soprattutto negli ultimi 180 minuti, il turno di riposo previsto per domenica prossima da un lato arriva in un momento poco opportuno. Dall’altro però, può consentire al Reggio Calabria (si scrive così ancora per qualche mese, ma si legge già Reggina, lo ripeteremo fino allo sfinimento…) di ricaricare le batterie, di mettere un’altra settimana nelle gambe, di perfezionare ulteriormente una condizione fisica sul cui raggiungimento ormai non ci sono più dubbi. Ma soprattutto, può servire anche all’ambiente per cavalcare al meglio l’onda positiva creatasi da due settimane a questa parte.
Nella peggiore delle ipotesi, domenica 29 novembre ci si potrà trovare nuovamente a -9 dal primo posto. Un distacco che tornerebbe a farsi pesantissimo, ma non suonerebbe come una sentenza, in quanto nelle ultime 3 giornate che separano dalla fine del girone d’andata, si può tranquillamente cercare di ‘rosicchiare’ quelle 2-3 lunghezze che condurrebbero al giro di boa proprio secondo quanto sperato dal duo Cozza-Martino. Una missione che sulla carta è tutt’altro che impossibile, sia guardando il prossimo calendario che attende Roselli e compagni, sia considerando gli scontri diretti che riguarderanno le attuali prime tre della classe (il 6 dicembre è in programma Siracusa-Cavese, mentre il 20 dicembre andrà in scena Frattese-Cavese). Come se non bastasse, dalla 16esima alla 19esima giornata gli amaranto giocheranno in casa ben 3 partite su 4, e l’impegno esterno sarà sul campo di una Gelbison che nonostante il successo in trasferta dell’altro ieri, rimane da sola al terzultimo posto. Guardando al girone di ritorno poi, emerge un altro aspetto confortante: tutti gli scontri diretti, si giocheranno al Granillo. I segnali per sperare, ora ci sono tutti. E sono reali, concreti, tangibili.
Inutile pensare ai punti persi per strada (Leonfortese e Siracusa in particolar modo), i rimpianti offuscano la mente e fanno disperdere energie, rallentando la corsa. E il Reggio Calabria deve continuare a correre, con passo veloce e fulmineo, cercando di fermarsi il meno possibile. Le speranze di poter compiere una rimonta che avrebbe del clamoroso, e che resterebbe nella storia del calcio reggino, non sono molte. Ma ci sono, e questo è già un risultato. Nel ribadire stima e gratitudine a questo gruppo di dirigenti, chiediamo loro un ulteriore sforzo, sempre nel rispetto dei ruoli e perché no, anche del budget. Non si può pensare che in un momento del genere, la società si sveni o vada incontro a spese folli. Ma è giusto pensare che la rosa attuale, così come ha detto senza mezzi termini Gabriele Martino, vada rinforzata. E’ giusto chiedere che questo gruppo venga ulteriormente legittimato a poter pensare in grande. Arrivati a questo punto, Reggio Calabria non può vivere alla giornata. Non dopo aver recuperato circa 10 posizioni in classifica. Non in serie D.  Reggio Calabria deve pensare a come poter vincere, a come giocarsi al meglio le carte che sono tornate sul tavolo. Lo meritano i 4.000 abbonati, lo meritano i ragazzi che continuano a macinare chilometri sin dal giorno della gara di Aversa. E lo meritano i dirigenti stessi, i quali hanno mantenuto in vita una passione che va di padre in figlio da 102 anni.
Se poi non si riuscirà nell’intento, pazienza, applaudiremmo ugualmente  e ringrazieremmo ancora una volta, pensando comunque a come abbandonare al più presto una categoria che, senza offesa per le altre realtà , non appartiene a questi colori…
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