AGROPOLI – Un rigore di Riva per sbancare Agropoli. L’ASD Reggio si impone al Guariglia: decide la trasformazione dagli undici metri del regista. Successo meritato, frutto di una partita di grande personalità condotta dalla squadra di Cozza. E’ la prima vittoria in trasferta, la scalata alla classifica continua.
LE SCELTE – Cozza sembra aver trovato il suo undici di base e conferma, per la terza gara consecutiva, la stessa formazione iniziale: c’è il 4-3-3, c’è ancora Arena in luogo di Zampaglione cui non basta il guizzo che ha fatto impazzire il Granillo domenica scorsa per rientrare tra i titolari. Santosuosso sceglie uno scolastico, ma ordinato, 4-4-2 che ha nel reggino Puntoriere l’elemento più rappresentativo nella coppia d’attacco.
LA GARA – Partono forte gli amaranto. Lavrendi premia lo splendido inserimento alle spalle della difesa di Arena, la sua volèe dal limite, elegantissima, fa sussultare il centinaio di tifosi amaranto presenti ma perdona l’Agropoli spegnendosi di un soffio a lato. Avvolge l’ASD Reggio nella prima metà della frazione, preme con pazienze, tiene saldamente in mano il gioco sostenuta dai palloni sapienti distribuiti da un Riva in decisa crescita e da un Arena finalmente nel vivo del gioco.
La pressione, tuttavia, non dura oltre e non produce altre opportunità se non una serie di corner. Il ritmo si abbassa e la gara si impoverisce di contenuti tecnici malgrado l’ottimo terreno di gioco del Guariglia, che fa letteralmente impallidire il tappeto del Granillo, consentirebbe spettacoli di gran lunga più esaltanti. Cozza è preoccupato dall’ampiezza di gioco dei biancoblu di casa e chiede un supplemento di sacrificio agli esterni Arena e Bramucci chiamati a rincorrere i terzini ridisegnando gli amaranto con il 4-1-4-1. E’ vero l’ASD Reggio non rischia nulla e Licastro resta spettatore per l’intero primo tempo ma la coperta è corta e il sistema, pur permettendo una buona copertura del campo, isola Tiboni davanti con la gara che si trascina pigra all’intervallo a reti bianche. Se l’obiettivo è davvero quello di imprimere una svolta alla stagione raccogliendo l’intera posta in palio, insomma, non basta.
Colorati, rumorosi, encomiabili: sono i cento ultras amaranto presenti al Guariglia, raccolti dietro lo striscione “dignità ”. Loro scuotono gli uomini di Cozza al rientro in campo e animano la girata di Arena, ancora alta di poco, che dà nuovamente il via alla contesa. E’ l’ultima palla giocata dall’ex Akragas: Cozza gioca la carta Zampaglione già al 50′. Se gli amaranto sono accorti, l’Agropoli diventa perfino rinunciatario abbassando a dismisura il proprio baricentro a protezione dell’area, la produzione offensiva già aridissima diventa nulla. Ci vuole un episodio per violare il bunker cilentano e arriva al 63′: cross di Lavrendi intercettato con un braccio da Cardinale, è rigore. Riva spiazza Polverino ed in un attimo gli amaranto si ritrovano avanti di un gol e di un uomo, come accaduto domenica scorsa con la Palmese, perchè Gallo si vede sventolare un rosso diretto per proteste subito dopo la trasformazione.
Prospettive ribaltate, l’Agropoli adesso deve venire fuori dal guscio ma è davvero complicato modificare in corsa un’impostazione tattica totalmente dedicata alla fase difensiva. A maggior ragione perchè di contro c’è una squadra, quella di Cozza, che ha approcciato il secondo tempo con assoluta personalità e sfrutta la superiorità numerica gestendo bene il pallone con un fraseggio mai casuale che costringe i campani ad una vana rincorsa. L’opportunità per il raddoppio è sul destro di Tiboni dopo un contropiede orchestrato da Carrozza ma il colpo del potenziale ko è centrale e muore tra le braccia del portiere.
Tutto facile? Nient’affatto. Minuto 86, l’Agropoli per la prima volta ribalta rapidamente il fronte di gioco e trova impreparata la retroguardia amaranto sul fronte di destra: il traversone di D’Avella attraversa tutta l’area di rigore, gli amaranto invocano un fuorigioco che l’assistente non ravvisa e Puntoriere si ritrova sul destro al limite dell’area piccola il pallone del clamoroso pari. L’attaccante però, memore delle sue origini reggine, spreca malamente la più chiara occasione dell’intero incontro. Sarebbe stata una punizione troppo severa per gli amaranto, il successo è meritato. Braccia al cielo al 90′, e se anche gli episodi iniziano a girare per il verso giusto…
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