Di Giovanni Mafrici – Preoccupante? E’ dire poco. La Viola perde ancora ed è ultima in classifica. Quinta sconfitta consecutiva: una Roma in grande spolvero, neanche avesse Cafu e Candela sugli esterni e Stefano Desideri al tiro da fuori come negli anni ‘90 area colpisce con grinta e vince in riva allo Stretto.
Il PalaCalafiore è terra di conquista di tutti: quando cambierà questo preoccupante trend?
A farne le spese è il condottiero Giovanni Benedetto: la pedina è stata dichiarata inamovibile in più e più battute, doveva diventare l’Alex Ferguson di casa nostra. “mai più un cambiamento, Mes que un Coach ecc ecc.”.
Il campo, però, è crudele e più importante di un contratto triennale in scadenza nel 2018.
Quando terminerà la sindrome da Inter di Massimo Moratti prima serie per una Viola malata, involuta e confusionaria?
Arriverà il triplete? Dobbins,Freeman e Brackins diventeranno i nuovi Milito, Zanetti e Maicon?
E se non sarà cosi, vivremo una stagione alla Vampeta e Pacheco?
Il fantasma di Volpi e Novellino ai tempi della Reggina Calcio in Serie B può essere allontanato?
Chissà.
Ripartire dall’ultimo posto verso il successo? Impresa dura, durissima per un gruppo che è realmente molle.
E’ tutta colpa di Coach Benedetto? Ne siete proprio sicuri?
La zona di Roma, una 2-3 mobile ma simile alla Bulgaria di Hristo Stoijckov funziona alla grande: funzionano ancora meglio i bombardamenti da tre punti dei vari Meini, Maresca e Voskuil.
Il tridente di Attilio Caja funziona più di Rambaudi, Signori e Baiano ai tempi del Foggia di Zeman. La Viola? Sembra la brutta copia di “Sella con Cavallo” nell’Allenatore nel Pallone di Banfi con Margheritoni in avanti come Andrea Roncato in “Mezzo Destro-Mezzo Sinistro” fino ad un certo punto della gara.
Poco dopo, la stessa Viola si mette una nuova mascherina carnevalesca: diventa spumeggiante neanche assistessimo ai travestimenti di Ace Ventura per poi tornare un brutto anatroccolo peggio di Amanda Lear.
Coach Giovanni Benedetto si dimena, le prova tutte ma la Viola sembra una Ritmo Cabrio del 1984, bella da vedere ma non parte ed in salita non va, non cammina.
Paga lui per tutti, per un gruppo che probabilmente non ha ancora capito che vuol dire vestire questa canotta: paga lui, il reggino al comando, messo al bando dalla popolazione di Facebook (non tutta) che probabilmente non aspettava altro.
Siamo sicuri si riprenderà e si rialzerà al meglio nel basket che conta ma oggi, probabilmente, questa mossa era l’unica da effettuare: il regolamento non consente di dare una bella “pedata” in direzione dei giocatori.
Pochissime mosse per rialzarsi in fretta.
Frates? Calvani? Il ritorno di Ponticiello? C’è chi sogna addirittura l’irrealistica ipotesi Kim Hughes ma per questa squadra, sinceramente, servirebbe un Coach alla “maestro Daimon” di Mila e Shiro con la mazza giapponese in mano e pallonate in faccia per chi non corre…
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