Mancano pochi secondi, allo stadio Granillo, prima che venga mandato agli archivi un 3-3 scoppiettante. Già , scoppiettante per un tifoso neutrale, o magari per i tifosi ospiti, visto che la loro squadra è riuscita a pareggiare nonostante l’uomo in meno. Per i sostenitori amaranto invece, si tratta di un pareggio deludente. Un’altra occasione persa, un sorpasso in classifica mancato, una rimonta fermatasi a metà , proprio sul più bello. Ed è proprio in quei pochi secondi, che nel cielo del Granillo si alza un urlo. Forte, liberatorio.
Nania ha fatto il miracolo sul colpo di testa a botta sicura di Lavrendi, ma su quella palla si avventa come un falco Mimmo Zampaglione. Mimmo è un reggino, da sempre tifoso della squadra della sua città . Lui che di gol ne ha segnati a palate, quest’anno ha trovato la gioia personale solo una volta, in trasferta: una prodezza rivelatasi inutile, perché poi quella partita l’ha vinta il Siracusa. Anche Mimmo ha dovuto fare i conti con una prima parte di campionato che lui per primo avrebbe voluto che prendesse una piega ben diversa. Ha sbattuto contro le difficoltà , contro il peso di quella maglia che adora, ed alcune volte, vedi Scordia, ha sbattuto anche contro l’avversità della Dea Bendata, manifestatasi sotto forma di pali e traverse. Ma stavolta no. Stavolta Mimmo sale sul treno che può dare la svolta, stavolta la butta dentro. Gli attimi che seguono quel pallone finito in fondo al sacco, sono un’esplosione di gioia.
“GOL!”, il boato del Granillo mette i brividi. Stavolta gli amaranto non hanno solo vinto, non ci hanno solo dato una soddisfazione. Sono andati oltre, ci hanno dato un’emozione forte. Una sensazione difficile da spiegare, una scarica di adrenalina che forse nel tempo si era affievolita, e per questo è ancora più bella. L’Asd Reggio Calabria tra qualche mese si chiamerà Reggina, e l’anno prossimo tale denominazione varrà anche in campionato, qualunque esso sia. Ma rubando per un attimo una frase tanto cara al mio amico Alfredo Auspici, “non basta una semplice denominazione per riprenderti la storia. No, per riprenderti la storia devi riscostruire, devi spalare, devi combattere. Perché qui stiamo parlando della storia dei nostri padri, dei nostri figli. Stiamo parlando di sentimenti“.  Sovvertire il pronostico quando tutto sembrava finito, conquistare centimetro dopo centimetro l’affetto dei tuoi tifosi, fino a regalargli quel brivido che li ha portati in quei gradoni sin da quando erano bambini.
Si, al minuto 94 della sfida casalinga con la Palmese, ha segnato la Reggina. Perché dopo un primo tempo da mani nei capelli, quei ragazzi si sono rialzati. E la gente, quella stessa gente sempre presente, disposta ad ingoiare bocconi amari in nome di un simbolo, lo ha capito, stringendosi intorno a loro. Come appena detto, neanche domenica è stato tutto rose e fiori, tant’è vero che alla fine della prima frazione eravamo preoccupati, per non dire pessimisti. Ed avevamo tutte le ragioni per esserlo. Poi, è accaduto ciò che non ti aspetti. Molti la chiamano “magia del calcio”, è quell’alchimia che rende speciale una vittoria. Una scintilla, di quelle che non si possono razionalizzare. Una scintilla che va colta appieno, afferrata al volo, perché forse può rappresentare davvero il primo “passo amaranto” verso la ricostruzione. In tal senso, sposiamo appieno le dichiarazioni del dg Gabriele Martino, il quale ha parlato di gruppo da rinforzare. Non da smantellare, non da delegittimare, ma da rinforzare.
La classifica? Aspettiamo Agropoli, sperando in un’altra scintilla…
Commenti