Di Gianpiero Versace – Abbracciare uno sconosciuto, urlare il proprio sentimento pieno, sentire il cuore salire in gola ed un brivido irrazionale scuotere l’anima. Sette gol in 90′ ed un successo, quello amaranto, raggiunto quando le speranze erano già in soffitta: le emozioni tornano di casa al Granillo in un pomeriggio di metà novembre che riconcilia con il calcio. Quattroatre, un risultato finale da leggere tutto d’un fiato perchè questo è stato il copione di un Reggio Calabria-Palmese davvero memorabile.
In sala stampa sfilano i sorrisi dei calciatori dell’ASD, un clima sconosciuto fino ad oggi a queste latitudini. Frutto di una gara pazza e di una vittoria colta all’ultimo sospiro. Serie D? Partite come queste non guardano in faccia la categoria: sono terremoti emotivi di eguale magnitudo dalla Serie A alla Terza Categoria. Qualcosa è cambiato, e non si tratta di sensazioni, ma di dati tangibili.
Il 4 novembre Reggio Calabria si è svegliata a 10 punti in classifica, il 15 dello stesso mese, appena 11 giorni dopo va a dormire a quota 20, in settima posizione, a -6 dalla vetta seppure con una partita in più rispetto alle battistrada. Compiere l’ulteriore balzo in avanti in un turno in cui Siracusa e Frattese cadono entrambe, al termine di una partita folle, vinta di rabbia, denti e orgoglio dà sentore di possibile svolta.
La miccia si è accesa. Un dirigente esperto certi segnali li coglie, un Direttore di lungo corso fiuta l’attimo. E’ l’ultimo a presentarsi di fronte agli organi d’informazione, Gabriele Martino. Che non sia lì per commentare la gara appena conclusa bastano pochi istanti per appurarlo. Le sue parole sono pesate, mirate.
“Il futuro ci impone di rafforzare questa squadra. Tutti dobbiamo ambire a qualcosa di importante, tendere verso un obiettivo che la nostra tifoseria e la nostra città meritano. Le prossime partite, ma soprattutto le prossime settimane – la precisazione, aggiungiamo noi, è particolarmente significativa, considerato che a breve riaprirà il mercato – saranno determinanti per quello che si vorrà cercare di ottenere. I giocatori hanno dimostrato voglia di successo, questa stessa voglia adesso è il momento di averla tutti”.
E’ una mossa. Incalzato, ma non sorpreso, perchè l’approfondimento ai concetti espressi era esattamente ciò a cui mirava, Martino spiega ulteriormente. “Le idee ci sono, ora ci vogliono mezzi e strumenti. Dobbiamo essere nelle condizioni di fare cose importanti. Mi piacerebbe  – rimarca – lavorare secondo i miei criteri e le mie idee”. Parla alla stampa, e dunque ai tifosi, ma il messaggio sembra diretto alla società . Non è polemico, è chiaro, univoco. Vuol fungere da stimolo in un frangente in cui lo slancio preso può esser determinante, ma va sostenuto. Martino aggiunge un ulteriore tassello. “Non dobbiamo creare sovrapposizioni di ruoli che sarebbero pericolose”.  E’ tutto, per ora, in attesa della trasferta di Agropoli.
Già , perchè lo sguardo va subito oltre al prossimo match e domenica, per gli amaranto, non è un azzardo dire che sarà una finale. Lo sarà , prima di tutto, per la posta in palio: tre punti che con la conformazione adesso assunta dalla classifica e lo score accumulato dall’ASD Reggio nel recente periodo (10 punti nelle ultime 5 gare) possono valere tantissimo. Lo sarà perchè costituirà l’ultimo incontro prima del turno di riposo e la contestuale riapertura del mercato: presentarsi a quota 20 imporrà determinate valutazioni, fermarsi a 23 dopo il primo squillo in trasferta e trovando continuità e confidenza con il successo tutt’altre. Ravviverebbe entusiasmo e fiducia dell’ambiente, risvegliato dal piacevole elettroshock conseguenza del confuso ed esaltante match con la Palmese, fornirebbe argomenti validissimi per suggerire alla società che crederci, a quel punto, non sarebbe vezzo d’ambizione o utopistica prospettiva ma possibile, seppur difficile, realtà . Possibile soltanto attraverso un intervento serio sul mercato perchè questa squadra, così com’è, non ha futuro. O almeno, non quel tipo di futuro.
Ad Agropoli, si fa l’ASD Reggio Calabria o si muore? Non è il momento di traslare citazioni di garibaldina memoria ma gli amaranto hanno una straordinaria opportunità : tre punti per concedersi un –  a quel punto – meritato turno di riposo. La palla, allora, passerebbe alla società che con l’apertura della finestra di mercato avrebbe l’obbligo di porsi la domanda: cosa vogliamo fare da grandi? E’ d’uopo ricordare un particolare: questa squadra, tra pochi mesi, si chiamerà Reggina. Dovrebbe bastare per fornire una risposta esaustiva.
A buon indentitor…
Commenti