C’è una Villese che zoppica, fatica e non naviga di certo in acque tranquille. Dopo dieci giornate la squadra deve ancora trovare una propria fisionomia e ingranare la marcia giusta. C’è una Villese, però, in cima alla classifica del campionato di competenza, con un vantaggio di quattro punti sulla seconda della classe e un turno di riposo da osservare (a differenza della ReggioMediterranea). Nell’ultimo turno una doppietta di Paviglianiti ha steso i cugini del GallicoCatona e consegnato rinnovato certezze ai neroverdi. A proposito di tale momento positivo, abbiamo intervistato il tecnico della Juniores Regionale della Villese, Francesco Sergi.
C’E’ CHI SORRIDE – “La prima squadra sta sicuramente vivendo uno dei momenti più bui del recente passato, come testimonia la deficitaria classifica che relega la Villese al terz’ultimo posto della graduatoria. La politica della società è chiara: avanti con i giovani, anche nelle difficoltà. Il campionato di Promozione è parecchio impegnativo e riserva molte insidie. La formazione Juniores, però, è in testa alla propria categoria, nonostante gli elementi che di settimana in settimana scendono in campo non siano coloro i quali appartengono alla rosa della prima squadra. Qualcuno di loro ci dà manforte, ma perlopiù si tratta di un gruppo di classe ’97 e ’98, ai quali vengono anche aggregati ragazzi sotto età. Il settore giovanile è da qualche anno a questa parte il fiore all’occhiello di questa società e testimonia la bontà del lavoro sin cui svolto”.
GIOVANI PER L’AVVENIRE – “Ho a disposizione un gruppo di ragazzi volenterosi, validi e che nel futuro potranno ritagliarsi il loro spazio anche con i più grandi. Scommesse per un ‘ domani’? Non me la sento di parlare di un singolo, sono tutti eccezionali”.
IL RUOLO DI MISTER – “Dopo l’esperienza con la squadra femminile di calcio a 5 e le parentesi con Giovanissimi e Allievi, sono giunto al secondo anno con la Juniores. Ogni categoria mi ha lasciato qualcosa di diverso e sono felice di poter mettere alla prova le mie abilità da allenatore. Sono del parere che bisogna svolgere questo ruolo prima nelle vesti di istruttore e poi da tecnico. Bisogna insegnare l’educazione calcistica ai più piccoli: è così che anche il dilettantismo calabrese può progredire”.
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