Di Gianpiero Versace – E’ già giorno di vigilia per l’ASD Reggio Calabria, ed è bene che sia così. Non ci sono particolari guai fisici –  ad eccezione del piccolo problema accusato da Tiboni e dallo stesso centravanti ricondotto ad una lieve preoccupazione – organico al completo che appare pronto ad affrontare il fitto ordine d’impegni previsto dal calendario per la settimana in corso. Alibi atletico svanito, si vive un tris di incontri che dovrà corroborare quei primi barlumi di identità e spirito di squadra emersi nel recente passato, ad eccezione del frustrante passaggio a vuoto di Frattamaggiore, e soprattutto i lampi di ritrovato slancio conseguenti ai 6 punti totalizzati tra Gragnano e ricorso di Rende.
Un trittico di gare iniziato nel migliore dei modi, dunque, e che dovrà necessariamente fornire risposte opposte rispetto a quanto accaduto nella settimana del precedente turno infrasettimanale, anche allora approcciata bene dagli amaranto con il successo sulla Sarnese ma poi capace di rivelarsi tragica a causa del doppio delitto consumato con i sanguinosi k.o. di Roccella e del Granillo con la Leonfortese.
Era settembre, “la squadra deve crescere ed avrà tempo per farlo”, si disse. Oggi, novembre 2015, il margine d’errore è azzerato. Mercoledì, a Scordia, l’ASD Reggio Calabria si gioca buona parte del suo futuro.
Se il campionato della squadra dello Stretto fosse un videogioco potremmo dire che il prossimo checkpoint è fissato alla sosta, prima di allora gli amaranto dovranno affrontare tre partite: tre livelli da superare senza sbagliare nulla. Domani a Scordia, domenica la Palmese al Granillo, infine la trasferta ad Agropoli. Percorso netto obbligato, le vite bonus sono esaurite: una sconfitta vale il “game over” per qualsiasi tipo di obiettivo diverso dal voltarsi alle spalle, prender coscienza dei fatti, dedicarsi esclusivamente al meno prestigioso – eppure vitale – dei compiti: salvare la Serie D.
Vivendo una città strana, predisposta a sbalzi d’umore inconsulti, è giusto chiarire a chi ci legge e dovesse far parte della fazione di chi in queste ore sta facendo i conti sul margine dalla vetta, che non abbiamo alcuna intenzione di alimentare illusioni. Oggi l’orizzonte dell’ASD Reggio è l’anonimato di centro classifica. La situazione è ancora in evoluzione, è vero, non v’è nulla di definitivo ma discorsi diversi non troveranno cittadinanza su queste pagine. Non almeno fino al prossimo 22 novembre, intorno alle 16:30, quando sarà terminata la gara di Agropoli. Se allora la graduatoria vedrà gli amaranto (almeno) a quota 23, dunque con un bottino minimo di 7 punti nel trittico citato che permetterebbe di scavare un solco consistente con le zone calde, sarà possibile eventualmente rialzare la testa e – magari – iniziare a guardare oltre.
Non abbiamo la pretesa di saper leggere nella mente dei dirigenti amaranto, scovando così idee e progetti, ma riteniamo verosimile che una riflessione simile alla nostra sia stata fatta anche nella stanza dei bottoni dell’ASD. Alla gara di Agropoli seguirà il turno di riposo per una sosta di due settimane complessive ed il ritorno in campo a dicembre, dunque con l’apertura della finestra di mercato. Le scelte, in questa sede, non bisogna esser chiaroveggenti per ipotizzare saranno fortemente influenzate dal modo in cui gli uomini di Cozza arriveranno alla sfida con il Noto, due giorni prima dell’Immacolata.
Un nuovo stop prima di allora imporrebbe scelte conservative, volte principalmente a bilanciare i costi di gestione parametrandoli all’obiettivo tredicesimo posto, il primo oltre i playout per intenderci. E in caso di filotto? Si inizierebbe a configurare quello scenario tracciato da Cozza settimane fa con il famoso “se dovessimo esser ancora a 6-7 punti dalla vetta…”, ipotesi che analizzato il calendario che attende le battistrada, qualora gli amaranto facessero bottino pieno, sarebbe assolutamente plausibile. Considerato che è nostro dovere, fino a prova contraria, considerare le parole del mister come espressione delle intenzioni societarie, anche per onorare quei propositi di “fuga dalla categoria nel minor tempo possibile” sarebbe allora lecito attendersi un ritorno massiccio sul mercato.
Ecco il bivio, questa volta senza ritorno: Scordia, Palmese, Agropoli. Tutto passa da qui. Apre la “sala giochi”:Â domani gli amaranto affrontano il primo livello, divisi tra la speranza di pescare il jackpot ed il timore di restare con il joystick in mano ed il credito esaurito…
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