Sei punti in quattro giorni, anche se i primi tre, quelli decretati dal Giudice Sportivo, restano ancora in bilico. La Reggio Calabria ritrova per la seconda volta in un mese la capacità di riaccendere un po’ di luce in fondo al buio, ed al tirar delle somme consegna ai suoi tifosi un bilancio casalingo che comincia a diventare confortante. Dieci punti nelle ultime quattro partite al Granillo, seconda vittoria interna consecutiva senza subire neanche un gol.
No, non è stata una partita esaltante quella di oggi, ma vista la situazione si tratta di un dettaglio che non ha assolutamente importanza. Il messaggio più importante, semmai, è che questa squadra tra le proprie mura abbia capito cosa è la serie D, gestendo le forze e sapendo soffrire quando serve. Furore agonistico, fiato sul collo dell’avversario e tanta, tanta corsa: lo ripeteremo fino ad apparire ossessivi, queste componenti in certe realtà stanno alla base ancora prima della tecnica, e non si tratta di luoghi comuni.
Rimaniamo comunque coerenti con noi stessi, rimarcando quanto detto alla vigilia. L’aver battuto il Gragnano, ai nostri occhi per adesso è servito unicamente a mettersi dietro altri avversari, campani compresi, aumentando il distacco dalle zone calde. Mancanza di ambizione o incapacità di sognare? No, si tratta solo di quel sano realismo, di cui vi abbiamo parlato subito dopo il verdetto che trasformava il risultato di Rende in 3-0 per gli amaranto.
Per fare altri tipi di disamine, occorre ben altro. Occorre soprattutto che questa squadra riesca a sbloccarsi finalmente in trasferta, perché i numeri dicono che il rendimento esterno è una delle cause relative al gap ad oggi esistente con una vetta della classifica che nessuno sembra in grado di far propria con decisione. Il turno infrasettimanale di Scordia, in tal senso, rappresenta un’altra occasione, l’ennesima. I siciliani fino ad oggi non hanno mai vinto una partita in casa (3 sconfitte e 2 pareggi), anche se va considerato che fino alla gara con la Palmese giocavano a porte chiuse, considerata la precedente inagibilità del loro stadio.
Un avversario decisamente alla portata, ma guai a presentarsi all’appuntamento in “giacca e cravatta”, perché si rischierebbero le stesse figuracce di Roccella e Rende.
Al di là dei numeri, e fatta salva l’imprescindibilità del collettivo, in vista della trasferta in terra etnea emergono alcune individualità , con riferimento al match odierno . In un centrocampo che sembra finalmente avere tenuta fisica, la crescita di Roselli è esponenziale, al punto che sembra davvero lui la figura da individuare per quanto concerne il ruolo di leader. Tiboni invece, ci ha estremamente sorpresi. Al momento del suo ingaggio abbiamo parlato di “scommessa”, ma quanto fatto vedere col Gragnano è roba da “signor attaccante” (da manuale il modo con cui ha stoppato il pallone e disorientato il diretto marcatore, nell’azione che gli ha regalato il primo gol in amaranto). La speranza, manco a dirlo, è che l’uscita forzata di oggi non porti ad un nuovo stop, anche se ci sembra davvero difficile l’eventualità di rivederlo in campo già da mercoledì. A proposito, complimenti al ragazzo anche per le dichiarazioni rilasciata in conferenza stampa. “Se senti troppo la pressione vuol dire che non puoi giocare a grossi livelli, e questo vale pure per i giovani. Vogliamo vedere più gente possibile al Granillo, a testa bassa bisogna portare a casa le vittorie, perché questo è quello che la piazza vuole“. Finalmente! Queste sono le parole che vogliamo sentire, indipendentemente dal risultato finale della singola partita…
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