Abbiamo sempre sorriso, quando qualcuno ipotizzava che la serie D, per la Reggio Calabria, sarebbe stata un misto tra un’esperienza esaltante ed una passeggiata. Abbiamo sempre sorriso ai paragoni con Siena o Parma, consapevoli della differenza abissale con tali realtà . Se certe categorie sono sempre state etichettate come “inferni”, un motivo ci sarà . Se piazze importanti del sud Italia, in questi inferni ci hanno passato (e ci passano tutt’ora) anni ed anni, non è certo un caso. Allo stesso modo però, neanche noi ci saremmo aspettati di vedere così in basso la squadra della nostra città . Una caduta che da queste parti sembra senza fine, una crisi testimoniata da una classifica che lascia senza parole.
E’ buio pesto sul cielo amaranto, ma rialzarsi può e deve essere la parola d’ordine di tutti. Correggendo ciò che non è andato fino ad oggi, trasformando gli errori in stimoli a migliorarsi…
UNA SOLA STRADA- Mai come in questo momento, una tifoseria afflitta all’inverosimile ha bisogno di punti di riferimento e messaggi che siano univoci. A questa dirigenza bisogna esprimere gratitudine per lo sforzo fatto in nome di un territorio e per il coraggio avuto nel ripartire in un momento difficilissimo, ma così come in ogni realtà nuova di zecca, ci sono meccanismi che vanno oleati. C’è chi è ripartito subito accanto a questi colori, c’è chi aspetta il nome Reggina prima di sentir battere di nuovo forte il cuore  (la seconda parte sarà accontentata sicuramente tra giugno e luglio, ma così come detto dallo stesso Praticò non sono completamente da escludere tempi più brevi…). C’è chi addirittura continua a fare paragoni con l’Hinterreggio o la Peloro, ed in questo caso più che redigere una guida in cui abbiamo spiegato con storia e norme alla mano che tali paragoni rappresentano un grossolano errore di valutazione che non sta né in cielo né interra, non sappiamo proprio cosa fare. Un ambiente ancora stordito dalle peripezie estive, come dicevamo prima è alla ricerca non solo di vittorie, ma anche di punti fermi su cui discutere ed orientarsi.
Ecco perché, pur rispettando il fatto che all’interno di un gruppo di lavoro ci siano opinioni non del tutto concordanti, riteniamo che non giovi portare all’esterno tali diversità di pensiero. Se i vertici societari parlano di “campionato dignitoso” e quelli tecnici di “primo posto“, il tifoso rischia lo stato confusionale. Lo stesso dicasi quando si parla di rinforzare l’organico: da un lato ci si sente dire “vedremo se ci sarà la possibilità “, dall’altro “a dicembre interverremo“. Concetti in cui il diverso ed il contrastante rischiano di sfiorarsi, e che fanno apparire i diretti protagonisti su due lati distinti e separati della barricata. Bisogna tracciare una linea ed una programmazione, che devono andare in una direzione unica.
FRAGILITA’- Sugli “orrori” dei singoli visti a Siracusa, ci siamo già espressi nell’immediato post partita, la nostra posizione è stata oltremodo chiara. Non si tratta di sentenze definitive, anzi, la speranza sincera è quella di essere smentiti già da domenica. In linea generale tuttavia, pensiamo che i giovani, per crescere, non debbano essere solo coccolati. A volte, quando la misura è colma, vanno anche “sgridati”, gli va fatto capire che certe leggerezze non le puoi commettere neanche se hai 18 o 20 anni. Specie se non è la prima volta che succede, specie se ricapita in una partita in cui finalmente il resto della squadra aveva alzato l’asticella…
Inutile girarci intorno, il rettangolo verde è sempre il giudice supremo. E questo giudice, in via fortunatamente non definitiva, ci ha detto che ad oggi gli amaranto sono un gruppo con qualità  importanti, che però deve ancora sbocciare ed organizzarsi, fatte salve le problematiche di vario tipo che di certo non hanno aiutato tale processo di crescita. Ma al netto delle prime nove giornate, il rettangolo verde ha palesato anche delle criticità in delle zone nevralgiche, al punto da farci pensare se sia solo una questione di tempo e lavoro, o se determinate falle possano essere coperte solo ed esclusivamente dal sopracitato “mercato invernale”…
DALLE PAROLE AI FATTI- Il modo con cui la società sta difendendo il tecnico è un qualcosa di positivo, specie se rapportiamo il tutto ad un calcio schizofrenico che “divora” allenatori dalla sera alla mattina, dimostrando che la parola progetto spesso e volentieri è un qualcosa di sbandierato ai quattro venti, ma priva di contenuti e concretezza. Dal canto suo, Cozza continua a parlare di “primo posto possibile, specie se arriveremo a dicembre con 5-6 punti di distacco dalla vetta“. Certo, se la sconfitta di Rende si tramutasse in vittoria a tavolino, a conti fatti la tabella di marcia è ancora possibile, ma sei sconfitte in nove gare (con un mortificante “zero su cinque” fuori casa) in questo momento fanno tuttavia apparire tali propositi come una flebile speranza e nulla più. Ed allora, ci permettiamo di dare al mister un piccolo suggerimento: prima di parlare nuovamente di vertice e di rimonte, sarebbe meglio cominciare ad inanellare davvero questo benedetto filotto di vittorie, finora solo sbandierato ed auspicato…
QUALCOSA SI E’ VISTO…C’è un aspetto, un solo aspetto da salvare riguardo l’ennesimo ko subito al De Simone. Prima degli amari titoli di coda, la squadra ha lottato come non aveva mai fatto in precedenza, dando tutto quello che poteva al cospetto di un signor avversario. E’ su tale concetto che si può ricostruire, perché come abbiamo sempre detto queste categorie sono fatte prima di lotta e poi di tecnica (fermo restando che entrambe le componenti sono imprescindibili). L’importante però, è che si capisca che non c’è più tempo per rinviare nulla, e che una eventuale risalita non può prescindere dal sapere guardare in faccia la realtà . Il campionato è lungo, non è eterno: paure, incubi e delusione possono ancora essere spazzati via, ma col passare delle settimane. In tale ottica, Reggio Calabria-Vibonese è solo il primo dei tanti gradini da salire: scivolare di nuovo, significherebbe andare incontro ad una caduta dalle conseguenze davvero catastrofiche, con le angosce che potrebbero trasformarsi in prime, inappellabili sentenze…
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