La Reggina Calcio sarebbe stata esclusa dal calcio agonistico anche qualora il Presidente Federale Carlo Tavecchio (agendo, lo ricordiamo, nel pieno rispetto delle normative vigenti), non ne avesse svincolato l’intero parco calciatori. A sostenerlo senza mezzi termini né giri di parole è Mimmo Praticò, ospite in studio a RadioVideo Touring per la puntata odierna di Tutti Figli di Pianca. L’analisi parte da lontano, ed è relativa alla domanda di un ascoltatore, secondo il quale le difficoltà odierne dell’Asd Reggio Calabria derivino dal fatto che gli attuali dirigenti hanno perso troppo tempo dietro l’obiettivo si salvare la Reggina Calcio, al fine di conservare la Lega Pro mantenuta nello storico derby di Messina.
“Cercare di tenere in vita la Reggina– ha spiegato Praticò-, è stato un atto di chi si sente innamorato della città e dei colori amaranto, e non ci pentiamo assolutamente della battaglia portata avanti. La speranza iniziale, per questo gruppo di dirigenti, era quella di partire  facendo calcio in Lega Pro, evitando alla tifoseria la mortificazione della non iscrizione, ed al contempo mantenendo un parco giocatori importante, che avrebbe rappresentato certamente una grande risorsa. Siamo entrati in scena in una situazione difficilissima ed abbiamo fatto tutto il possibile, ma non credo proprio che si sia perso tempo, né che quel periodo abbia a che fare con le problematiche che stiamo affrontando oggi”.
La mente va a quei giorni di fine luglio, quando Praticò, Lillo Foti ed il Sindaco Falcomatà , prima del definitivo ‘game over’, volano a Roma da Tavecchio per chiedere di poter rientrare in corsa, e poi convocano una conferenza stampa d’urgenza al Comune, tenendo aperta la porta della speranza. E’ a quel punto, che il Presidente della Reggio Calabria si sofferma su quanto viene chiesto direttamente dallo studio: “Senza lo svincolo dei calciatori, arrivato a tre giorni dalla possibilità di tornare a Roma con la somma necessaria per chiedere una riammissione,  la Reggina Calcio oggi sarebbe in Lega Pro?“. La risposta del massimo dirigente non lascia spazio ad alcun tipo di interpretazione soggettiva. “No, è giusto dire che non ce l’avremmo fatta a raccogliere la somma che serviva per ripianare le pendenze con la Lega. Voi ed i vostri colleghi avete seguito anche quel periodo dall’inizio alla fine, e siete testimoni delle grandi difficoltà che abbiamo incontrato a reperire, in tempi oltretutto davvero ristrettissimi, la somma necessaria. Nell’incontro decisivo, tenutosi al Comune, le persone presenti erano in numero nettamente inferiore rispetto a quello che ci si attendeva. Lo svincolo dei calciatori da un lato ci ha fatto gettare definitivamente la spugna, ma dall’altro- conclude Praticò- ha evitato a questa città una seconda figuraccia...”.
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