Ci sono attaccanti, centravanti puri, che hanno il gol nel DNA. Cecchini letali che colpiscono dovunque. Bomber che fanno reparto da soli, che dall’alto della loro esperienza riescono a sobbarcarsi il peso di un reparto che magari non sempre ti può mettere nelle condizioni di arrivare in porta con facilità . Nello Savino è uno di questi. L’attaccante classe ’82 quest’anno ha deciso di sposare la causa arancioverde: motivi di lavoro, spiega, l’importante però è gonfiare le reti così come ha sempre fatto nel suo girovagare tra Reggio e provincia, ultima esperienza l’anno scorso alla Deliese. Lo abbiamo ascoltato, in esclusiva, a seguito del pesantissimo gol di sabato contro il Caulonia, un calcio di rigore che ha decretato la prima vittoria per gli uomini di Barillà .
GRANDE CUORE – La vittoria di sabato ripaga i tanti sacrifici che facciamo da inizio anno: abbiamo iniziato tardi la preparazione, risentendo di tutto ciò in queste prime gare. Ora stiamo recuperando alla grande e contro il Caulonia abbiamo ricevuto il giusto premio: gara preparata nei minimi particolari, grande forza ed aggressività , molta grinta e soprattutto tanto cuore messo a disposizione da tutta la squadra, dal primo all’ultimo minuto. Siamo una compagine umile, ed è quella la nostra arma migliore. Adesso che abbiamo vinto la prima, sarà difficile fare punti contro di noi: già dalla prossima contro il Guardavalle bisogna continuare la striscia positiva. La nostra prossima avversaria ha sostituito l’allenatore, e la gara successiva è sempre particolare, un’incognita.
PRIMO GOL – Finalmente sono riuscito anche a sbloccarmi. Devo essere sincero: il gol, anche se sono un attaccante, non è un ossessione. E’ chiaro che sono felice quando segno e soprattutto quando i miei gol contribuiscono a portare risultati positivi, ma importante è raggiungere l’obiettivo. Poi io, insieme ad altri 4-5 compagni, siamo tra i più esperti: Morello, Napoli, i fratelli Fornello. Siamo noi a dover guidare i tanti ragazzi del gruppo, a cui ovviamente le qualità non mancano, ma che hanno bisogno di essere indirizzati da noi e dal mister. Io mi sento gratificato quando dò consigli ai più giovani; poi, dopo anni, mi incontrano per strada e si ricordano di me e delle nozioni che gli davo. Questo non può che fare piacere e sicuramente accresce l’importanza della figura d’esperienza all’interno dello spogliatoio. Qualche lacuna c’è, come ad esempio l’assenza di un vero regista di centrocampo che detti i tempi e verticalizzi. Ad ogni modo la rosa è buona per la categoria, possiamo tranquillamente arrivare a metà classifica al giro di boa, in modo da far intervenire la società sul mercato, puntellando qualche tassello mancante.
MISTER UMILE E PROFESSIONALE – Conoscevo Barillà già da prima ma non era mai stato il mio allenatore. Anche sotto questo aspetto, però, ho trovato una persona preparata, umile, seria e professionale. E’ consapevole dei limiti della squadra e per questo cerca di colmarli con l’allenamento. Vorrebbe allenarsi tre, quattro ore al giorno per farci migliorare perlomeno dal punto di vista atletico, ma purtroppo non ci è permesso allenarci più di due ore. Come dicevo in precedenza, infatti, abbiamo perso le prime gare perchè eravamo indietro atleticamente. Con il Locri, ad esempio, la differenza non l’ha fatta la qualità ma la forza nelle gambe: loro avevano iniziato la preparazione molto prima e correvano più di noi.
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