Orgoglio ed emozione. Un mix esplosivo quello che anima le parole ed i pensieri di Bruno Cirillo, ospite odierno di Tutti Figli di Pianca. Il difensore, autentica bandiera amaranto, ha appeso le scarpe al chiodo l’altro ieri, all’età di 38 anni, chiudendo di fatto la carriera nella sua Reggio Calabria.
“Sono stati giorni particolari– esordisce Cirillio-  anche se ognuno di noi sa che questo giorno prima o poi deve arrivare. Ho ricevuto una valanga di messaggi d’affetto, ma quelli dei tifosi amaranto mi hanno particolarmente colpito, e non vi nascondo che mi sto emozionando anche in questo momento. Non pensavo di ricevere un simile tributo, ma sotto sotto ci speravo, perché Reggio Calabria e la Reggina sono e resteranno sempre nel mio cuore. Magari non sarò stato un giocatore fortissimo tecnicamente, ma quando ti rendi conto che hai lasciato un’impronta ed un ricordo come uomo, allora vuol dire che la tua carriera è stata un successo. Nelle parole della gente di Reggio c’è sempre stato un pensiero verso l’uomo oltre che per il calciatore, e questo è l’aspetto che mi ha veramente commosso...”.
L’album dei ricordi procede come un flipper impazzito, impossibile non andare al marzo del 2000, quando Cirillo mise a segno la rete che chiuse i giochi all’Olimpico di Roma, consentendo alla Reggina di ottenere un successo che rimarrà per sempre nella storia. “E’ giusto ricordare che quella vittoria non fu merito mio, ma di tutta la squadra. Quando ho ricevuto quel pallone, mi sono reso conto che potevo fare gol, ed ho pensato solo ed esclusivamente a calciare nel miglior modo possibile. Poi ho sentito il boato pazzesco dei nostri tifosi, che erano almeno 10.000, e non ci ho capito più nulla. Ho pianto, ho gioito, e nell’esultanza sono anche andato verso i tifosi della Roma: accendini, monetine, bottigliette, mi è arrivato addosso di tutto (sorride, ndr)”. Dall’Olimpico di Roma al San Vito di Cosenza: 15 anni dopo, categorie diverse, e stavolta la gente è su tutte le furie per un derby perso malamente. Tra i tanti messaggi d’affetto e riconoscenza che arrivano in studio, ce n’è uno di un Ultras presente quel giorno al San Vito, che rende merito a Bruno di essere andato sotto il settore ospiti, a fine gara, per assumersi le responsabilità di quella sconfitta. “Non potevo non andare sotto i nostri tifosi, quel gesto è stato davvero il minimo che potessi fare. I tifosi sono l’anima del calcio, e devi rispettarli sempre, sia nelle vittorie che nelle sconfitte, perché senza di loro questo sport non avrebbe motivo di esistere“.
La storia d’amore, si ferma al San Filippo di Messina. “Fa rabbia pensare come sono andate le cose successivamente, ma quella vittoria non può e non deve cancellarla nessuno. Nello scorso campionato, abbiamo dimostrato che se riesci a rimanere unito ed a creare un gruppo vero, puoi raggiungere anche il più difficile dei traguardi“.
Cosa farà adesso Bruno Cirillo? “Come ho già scritto su facebook al momento di annunciare l’addio come calciatore, voglio rimanere in questo mondo che tanto mi affascina. A giugno mi iscriverò al corso di allenatore, poi vedremo cosa succederà “. La maglia amaranto nell’anima, un rapporto con la città che non finirà mai. “Sono tornato tante volte come giocatore, e sono certo che prima o poi riabbraccerò Reggio. Ci rivedremo presto, anche perché la partita d’addio vorrei giocarla proprio al Granillo: sogno di rivedere quello stadio pieno, gremito da 25.000 spettatori, proprio come ai bei tempi…“.
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