Desolante sconfitta amaranto, piegata al Granillo dalla Leonfortese ed incapace di organizzare una, singola, occasione da rete. Prestazione allarmante, ingiustificabile, imbarazzante degli uomini di Cozza già in piena crisi dopo appena 4 gare del torneo di Serie D. Fischi e rabbia al termine della gara: in soli 4 giorni – lo spazio intercorso dal tracollo di Roccella ad oggi – Reggio Calabria ha già esaurito il bonus di entusiasmo e pazienza.
Vincere. Un solo imperativo in casa amaranto per 90′ che assumono un valore ben più significativo di quanto non dica il calendario che segna appena la quarta giornata. Vincere perchè c’è la debacle di Roccella da mettere in archivio. Vincere, perchè due sconfitte in tre giornate sono davvero troppe. Vincere per non disperdere ulteriormente l’entusiasmo. Vincere per fortificare quelle ambizioni di vertice che Reggio Calabria, in Serie D, non può che avere. Erano queste le premesse della vigilia.
LE SCELTE – Non aveva fatto mistero, Ciccio Cozza, di non considerare alternative ai tre punti. Tantomeno di aver intenzione di attuare un profondo restyling nell’undici iniziale, arrivati alla terza gara in una settimana. Fedele alle sue parole, il tecnico amaranto attua una rivoluzione. In difesa, rispetto a Roccella, resta solo Mautone. Lo affianca D’Angelo, Dentice si sposta a destra mentre sulla corsia opposta esordio per il classe 99 Carrozza. A centrocampo ai lati del regista Riva agiscono Roselli, al rientro dopo la squalifica con la fascia di capitano al braccio, e l’under Condomitti. Cambio anche in attacco: c’è Bramucci in luogo di Tiboni. Sono ben 5 i volti nuovi presentati in distinta rispetto a mercoledì. Per opporsi al 3-4-2-1 della Leonfortese – dove figura l’ex Primavera Reggina Catanese – Cozza dispone i suoi nel consueto 4-3-3 con Bramucci e Zampaglione pronti a scambiarsi spesso la posizione da centravanti ed Arena libero di convergere per ridisegnare gli amaranto con il rombo di centrocampo.
LA PARTITA – Le annotazioni di carattere tecnico-tattico, tuttavia, si esauriscono presto in un primo tempo che è sintesi di approssimazione e confusione per il Reggio. Rarissimi spunti pericolosi nascono esclusivamente dalla caparbietà di Zampaglione, unico a proporsi e rischiare la giocata, anche con imprecisione, ma sempre nel vivo del gioco. Dal suo piede nasce un assist che Arena non riesce a correggere verso la porta, da una sua acrobazia il gol che al 45′ viene – giustamente – annullato per fuorigioco. Cozza assiste nervosamente ad una prestazione macchinosa dei suoi che si affidano a giocate scolastiche con una circolazione del pallone decisamente farraginosa prima di esser allontanato per proteste – ad un soffio dall’intervallo – conseguenti all’ennesima decisione dubbia del direttore di gara. Cielo grigio su Reggio Calabria, perfettamente in tono con la prestazione di una squadra dello Stretto decisamente rivedibile.
Destino strano quello di Zampaglione, così come a Roccella il più volenteroso, così come mercoledì sullo Jonio costretto a rimanere negli spogliatoi dopo l’intervallo. Cozza propende per il doppio cambio ed insieme all’attaccante sostituisce anche un impalpabile Condomitti inserendo Lavrendi e Tiboni. Amaranto a caccia della svolta ma i difetti nella distribuzione del pallone restano immutati, si prosegue con assoluta lentezza. Tornano addirittura i fantasmi di Roccella quando Mautone, invidioso di quanto fatto dal compagno De Bode nel turno precedente, regala il pallone all’avversario lanciandolo verso la porta: sul diagonale del neoentrato Prototapa è ottimo l’intervento di Ventrella, alla prima vera parata della sua esperienza amaranto.
Neppure la paura scuote gli amaranto che provano ad alzare il baricentro nel tentativo di stringere l’avversario nella propria metà campo ma, sorretti più dai nervi che dalle idee, scoprono il fianco al contropiede. Così, a meno di 10′ dalla fine, il Reggio va sotto in modo tragicomico addirittura sugli sviluppo di una punizione battuta dalla metà campo avversaria. Lancio lungo, sponda di testa, D’Angelo scivola e non riesce ad opporsi all’inserimento di Lentini che trova colpevolmemte impreparato Ventrella, incapace di opporsi ad un diagonale non irresistibile, per il clamoroso vantaggio della Leonfortese al Granillo.
La reazione (?) del Reggio è solo motivo d’imbarazzo per il pubblico di casa costretto ad ammirare Mautone e poi Dentice regalare il pallone agli avversari sul limite dell’area di rigore amaranto nel giro di 60 secondi. Riva, colui il quale dovrebbe garantire ordine, calcia palloni nel vuoto con indecente regolarità .
“Salutate la capolista”, intonano sarcasticamente gli ultras della Sud mentre il pubblico abbandona con sconfortante anticipo gli spalti. Anche la Leonfortese vive il suo giorno di gloria al Granillo. Un quadro desolante per una squadra, quella di Cozza, che ha già smarrito la via.
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