Classe 1988. Sette presenze in A, tra Italia e Bulgaria, undici in B, oltre 100 in Serie C. Diciannove gettoni con la maglia azzurra (dall’under 15 all’under 21) con sei reti. Il curriculum di Christian Tiboni parla chiaro, provare a recuperare il suo talento è un obbligo per l’ASD Reggio Calabria.
Il ritardo di condizione che al momento appartiene all’intero gruppo di Cozza appare più evidente per il centravanti scuola Atalanta che, complice una firma arrivata solo il 24 agosto e soprattutto i 190 cm di altezza, è apparso decisamente imballato nel suo esordio al Granillo. Una prova indubbiamente opaca e per certi versi allarmante, doverosa premessa. Tuttavia nel calcio si fa presto ad affrettare i giudizi, ed in questo senso il pubblico amaranto ha una pericolosa propensione ad attaccare etichette ai propri calciatori (estremamente positive o negative a secondo dei casi) spesso senza concedere prove d’appello. Il brusio diffuso susseguito ad alcune sue giocate, sopito dal risultato favorevole, è un segnale da non sottovalutare.
Novanta minuti nel calcio sono meno d’un respiro, a maggior ragione se costituiscono l’esordio in un nuovo stadio con una nuova maglia e con tutte le attenuanti già citate a suo favore, dalla preparazione iniziata in forte ritardo alla notevole stazza. La missione recupero nelle mani di Cozza è del suo staff è innanzitutto fisica, oltre che tattica. Aggiungere la pressione ambientale ed un fardello psicologico, specie dopo un lasso di tempo così ridotto, sarebbe autolesionistico.
Detto questo, il club ha il dovere di guardare oltre e programmare in modo organico. Tiboni è l’unico centravanti di ruolo presente in organico, oltre al giovanissimo classe ’98 Pelosi. Zampaglione, che può agire all’occorrenza da numero 9, ha caratteristiche che gli permettono di esprimersi al meglio sfruttando la profondità e non dovendo giocare spalle alla porta.
Ciò che è certo è che servono gol per coltivare ambizioni di un campionato di vertice e provare a scappare da questa categoria. Va bene, ed anzi è un dovere, andare avanti nel recupero di Tiboni ma gli amaranto necessitano di un “piano B”. La società resta vigile, il mercato concede la possibilità di puntellare ulteriormente il già buon organico allestito. C’è da attendersi ancora almeno un botto.
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