Un applauso, lungo e significativo, che verrà ricordato. L’interpretazione da dare a quel gesto compiuto dai calciatori della Sarnese, tuttavia, non era quello ipotizzato ieri al Granillo in presa diretta ma resta comunque meritorio e ricco di valore.
Il fatto. Reggio Calabria e Sarnese scendono in campo e prima del fischio d’inizio la squadra campana si porta sotto la Sud e poi sotto la gradinata applaudendo i presenti. Un gesto sorprendente – e che spiazza più di qualcuno convinto per più di qualche istante che la squadra in completo bianco fosse la Reggina – che viene ripetuto al termine dell’incontro.
Sembrava un omaggio alla storia del club amaranto, al prestigio ed all’onore di esibirsi al Granillo. Così non era. Lo spiega mister Esposito, tecnico della Sarnese. Queste le sue parole, riportate da spazionapoli.it.
“Mi preme rettificare l’interpretazione data al nostro saluto. Il calcio non esisterebbe se non avesse un pubblico che lo segue e ci si appassiona. E non sarebbe lo sport più popolare se non fosse capace di offrire uno spettacolo a quanti siedono sugli spalti, a volte sfidando condizioni meteorologiche avverse, spesso dopo aver fatto molti chilometri per seguire la propria squadra in trasferta”.
“Il nostro gesto di salutare il pubblico, il proprio e quello avversario – continua – è un tributo alla presenza e non al blasone della società. La Polisportiva Sarnese ha giocato la prima di campionato in casa contro l’Agropoli e a fine gara ha salutato i tifosi ospiti, supporter di una squadra che certo non può vantare blasoni. Questo dovrebbe bastare a rettificare l’interpretazione data al nostro saluto: non una riverenza al passato della Reggina ma un ringraziamento ai tifosi di casa per aver assistito al match, supportando in modo appassionato e corretto i propri calciatori, facendoci “sentire” la sfida e dando, ancora una volta, senso alla nostra professione.
Faccio questa rettifica per rassicurare i nostri tifosi e la società sull’approccio che la squadra sta tenendo e manterrà con convinzione fino all’ultima partita di questo campionato. A testa alta, sempre e ovunque. Con correttezza ma senza timore reverenziale nei confronti di nessun avversario”
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