Era il 5 giugno del 1968. A Napoli, l’Italia di Ferruccio Valcareggi affrontava, nella semifinale del Campionato Europeo, l’URSS guidata dal C.T. Michail Jakusin. Il match terminò senza reti, anche dopo i tempi supplementari. In un’epoca in cui la “lotteria” dei rigori non era ancora stata ideata, quale metodo si poteva utilizzare per stabilire la squadra vincitrice? Ripetere la partita l’indomani non era fattibile, dato che gli atleti ne sarebbero stati danneggiati e che la finale si sarebbe giocata di lì a tre giorni. Dunque l’unica soluzione era la monetina. L’arbitro, il tedesco Tschenscher, lanciò in aria la fatidica moneta alla presenza dei capitani, e a gioire furono gli azzurri. Sono passati 47 anni, eppure, in un calcio fatto di regole, tecnologia, moviole e idee innovative, accade che debba ancora essere la sorte a scegliere il vincitore.
La fortuna questa volta ha baciato la Promosport: il club di Lamezia Terme ha ottenuto il passaggio agli ottavi di finale di Coppa Italia Dilettanti tramite sorteggio in Lega (quindi non con la monetina stavolta), ai danni della Paolana. Motivo? Entrambe le compagini hanno chiuso il gruppo 6 di qualificazione in testa con 4 punti, con lo stesso numero di gol segnati e subiti e pareggiando lo scontro diretto. Tutto in parità , quindi a decidere è stata la sorte.
Possibile che in un’epoca così ricca di idee e innovazioni, non si possa trovare una regola più “sportiva”, capace di premiare una squadra per qualcosa ottenuto sul campo, e non per semplice casualità ? I criteri utilizzabili potrebbero essere innumerevoli (punti o gol fatti trasferta, inferiore numero di cartellini gialli, eccetera), fino a poter pensare di ricorrere ad uno spareggio in campo neutro (il tempo per giocarlo c’era, dato che l’andata degli ottavi sarà giorno 23 settembre). Intanto le regole antiquate continuano ad esistere e in questo caso a festeggiare è stata la Promosport, che negli ottavi di finale se la vedrà con lo Scalea.
E per la cronaca, l’Italia di Valcareggi pareggiò 1-1 la finale contro la Jugoslavia; in quel caso, assegnare un trofeo con la monetina sarebbe stato altamente degradante, così si ripeté la partita due giorni più tardi, e gli azzurri vinsero 2-0, aggiudicandosi il titolo di campioni d’Europa (unica volta nella storia).
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