La Reggina fissa il baratro, ed ha già un passo oltre il precipizio. Sì, quella che stiamo vivendo potrebbe essere l’ultima notte di vita della Reggina: il timore, adesso, è concreto. Dopo un weekend che aveva fatto registrare buone risposte da parte del consorzio di operatori reggini coinvolti dall’instancabile Mimmo Praticò si è arrivati ad oggi, lunedì 13 luglio, vigilia della scadenza improrogabile.
Al mattino la disponibilità da parte degli imprenditori locali ad aumentare leggermente il budget a disposizione induce ad un’ulteriore spinta orientata verso un cauto ottimismo i protagonisti della vicenda e, di conseguenza, i cronisti che come noi registrano le dichiarazioni e l’accaduto.
Manca l’altra metà della mela, ora le carte sono sul tavolo ed è noto a tutti: l’asso nella manica della Reggina era, come vi dicevamo da settimane, Nick Scali. Nelle intenzioni dell’attuale proprietà sarebbe dovuto essere l’imprenditore italo-australiano a colmare la differenza tra la somma raccolta da Praticò e soci e la mole debitoria esistente. Segnali incoraggianti in questo senso erano giunti nel recente passato, sebbene sia corretto precisare non sia mai stata assicurata e garantita una disponibilità . Un lungo contatto telefonico tra le parti nel pomeriggio, poi l’imprevista frattura.
Le contrattazioni si sono nuovamente interrotte. La Reggina è adesso, a 19 ore dal termine ultimo, sprovvista della somma necessaria per essere iscritta al prossimo campionato. Manca circa mezzo milione di euro. Qualcosa in più, probabilmente. Non un euro in meno, questo è certo. Il club rischia di fallire per una cifra, per i canoni calcistici, marginale. Ma è la dura realtà .
Lo stop con Scali è stato brusco, la prima serata è stata impiegata da Foti e Praticò nel valutare le opzioni e realizzare come il tempo a disposizione renda soluzioni alternative quantomeno improbabili. E’ altrettanto vero che ogni pista sarà battuta e nulla resterà intentato. Una sola via apparentemente a disposizione: ritentare la strada australiana. Il futuro della Reggina, vittima prima di tutto dei propri errori (è bene comunque ribadirlo a scanso di equivoci), è nelle mani dell’imprenditore originario di San Martino di Taurianova.
Nella tarda serata il presidente Foti ha lasciato la propria abitazione ed è segnalato a Taurianova. Carta della disperazione? Può darsi. Non è ancora finita, ma le possibilità di condurre in porto l’operazione salvezza sono sempre più risicate. Ci vuole un miracolo. “La speranza è l’ultima a morire” dice un vecchio adagio che vogliamo fare nostro per queste ultime ore di passione, ma il baratro è vicino. Così vicino, anzi, non lo è mai stato.
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