Superata una nuova scadenza senza che siano stati soddisfatti i requisiti richiesti, la Reggina guarda al futuro prossimo ed al nuovo appuntamento con il calendario federale. Esaurite le tappe intermedie, agli amaranto resta solo un’ultima possibilità . La data cerchiata in rosso è il 14 luglio: in un martedì d’estate la Reggina conoscerà la propria inappellabile realtà al momento sospesa tra prosecuzione della propria storia sportiva e fallimento.
DEBITI E CREDITI – I soldi, questa la discriminante che indirizzerà il cammino. Prima di tutto c’è da chiarire l’entità di bonus e malus. Ci sono dei crediti (pochi) e dei debiti (molti) che il club dovrà onorare per regolarizzare la propria posizione. La mole debitoria pendente sugli amaranto – è bene chiarire che ci riferiamo esclusivamente a quella finalizzata all’iscrizione – è di circa 1,4 milioni di euro tra tesserati ed incentivati all’esodo, cui andrà aggiunta una garanzia fideiussoria di 400 mila euro per un totale, dunque, di poco inferiore ai 2 milioni. A fronte di tutto questo il club però non parte del tutto da quota zero: se al momento la disponibilità delle casse è risibile, da oggi l’Udinese potrà versare la rata annuale prevista dall’affare Bochniewicz il cui importo è per l’esattezza di 408.000 euro. Non sono previsti ulteriori esborsi per Coppolaro, per il quale la Reggina avrà riconosciuto un bonus solo in caso di esordio in prima squadra. Va aggiunta però la quota della legge Melandri e la ridistribuzione di alcuni crediti di Lega. Il totale arrotonda la somma a favore della Reggina a circa mezzo milione di euro.
MA… La Reggina non potrà usufruire immediatamente di questi crediti. La rata di Bochniewicz ed il dividendo della Lega saranno bonificati sul “conto campionato” amaranto sul quale pende l’ipoteca esercitata da Unicredit, che ha avanzato una richiesta di fallimento che sarà discussa la prossima settimana, oltre ad alcuni pignoramenti richiesti da ex tesserati che hanno agito così per cercare di esser garantiti nel recupero della somma a loro dovuta, prima di esser “sorpassati” nelle priorità dall’istituto bancario. I crediti sono congelati, la conseguenza è che la Reggina ad oggi ha un’assoluta mancanza di liquidità .
FIDEIUSSIONE – C’è poi la fideiussione di 600.000 euro versata dalla Reggina all’atto dell’iscrizione allo scorso campionato. Su questa però grava un’escussione (prelievo di una parte della somma per onorare alcuni impegni economici) già esercitata e un’altra pendente, sulla quale è però aperto un contenzioso. La somma restante rispetto al capitale originariamente versato varia tra i 450 e i 230 mila euro a secondo delle decisioni che saranno prese sul secondo prelievo richiesto nei giorni scorsi dalla Lega Pro. In ogni caso, questo capitale potrà essere sbloccato e tornare così nella disponibilità del club soltanto una volta esaurite tutte le pendenze con i tesserati e gli incentivati all’esodo. Il problema è, a questo punto, come trovare un accordo con i creditori entro il 14 luglio se le casse sono vuote e i crediti vantati non potranno essere “prelevati” dalla Reggina?
FONDO DI GARANZIA – La Reggina deve provare a trattare con i tesserati – cui deve corrispondere stipendi e contributi da gennaio ad aprile – e incentivati all’esodo per le stesse mensilità . Questi soggetti, che legittimamente richiedono quanto loro dovuto, allo stesso tempo sanno che in caso di fallimento potrebbero rifarsi solo di ciò che è previsto dal “fondo di garanzia“, istituto che tutela i calciatori dalla morosità delle società inadempienti. Il fondo di garanzia, però, corrisponde solo una parte delle spettanze e le bonifica in un arco temporale di circa 3 anni. A Parma i calciatori si stanno accordando per veder loro corrisposto il 25% dei crediti maturati, a Monza forse si arriverà addirittura al 20%. In un sistema calcio alla deriva è interesse di nessuno il fallimento della Reggina, neanche dei calciatori stessi che potrebbero avere ragionevolmente volontà  a trovare un accordo – una volta appurata la strada senza uscita del club amaranto – per parte della somma a loro dovuta ma con il vantaggio di vederla riconosciuta immediatamente senza dover attendere tempi biblici ed in una percentuale leggermente superiore rispetto a quella che garantisce il fondo di garanzia.
L’ADDIO DI FOTI E IL “PIANO C” – E’ in questa fattispecie che rientra quello che le cronache locali hanno ribattezzato come “piano C”, vale a dire l’intervento dell’imprenditoria locale a sostegno della Reggina. Vanno fatte, sul tema, una serie di precisazioni. La prima, Lillo Foti è fuori dal futuro prossimo della Reggina. L’attuale presidente sarebbe disposto a firmare le sue dimissioni e quelle dell’intero CdA domattina stessa cedendo il pacchetto di maggioranza a titolo gratuito a qualsivoglia soggetto seriamente intenzionato a dare un futuro alla Reggina. Manterrà , in caso contrario, il proprio ruolo per onorare gli impegni che richiedono una figura di riferimento da parte della società : sarà questo il caso dell’udienza al Tribunale del prossimo 8 luglio, era questo il caso della domanda d’iscrizione da presentare ieri in Lega. Foti sta portando a termine gli ultimi passaggi richiesti dalle scadenze già fissate: qualunque sia l’epilogo di questa fase il suo percorso alla Reggina può considerarsi terminato. Sia che la Reggina riesca a iscriversi, allo stesso modo ovviamente nella malaugurata ipotesi di fallimento, il suo impegno in via delle Industrie è da ritenere terminato. Ecco che assume centralità il ruolo assunto da un uomo delle istituzioni, una figura oggettivamente riconosciuta per la sua identificazione nella causa amaranto qual è Mimmo Praticò.
INTEGRATIVO E NON ALTERNATIVO – L’ex presidente del CONI calabrese, capito il momento di grande difficoltà attraversato dalla Reggina si è riavvicinato negli scorsi mesi e, appurata la volontà di Foti di farsi da parte, sta provando a farsi da garante e convogliare così delle forze imprenditoriali reggine che abbiano a cuore le sorti della squadra della città . Il suo impegno è quello di calamitare intorno alla sua figura una serie di soggetti (e la ricerca è particolarmente centrata in provincia) che abbiano il coraggio e la volontà , adesso che è appurata oltre ogni ragionevole dubbio la volontà di Foti di farsi da parte, di subentrargli ed esser protagonisti nell’immediato della vita effettiva del club. L’operazione che Praticò sta conducendo con il consueto senso di appartenenza è finalizzata a dare l’opportunità alla Reggina di superare questa fase: ciò che l’imprenditoria reggina sarà in grado di mettere insieme, sul piano strettamente economico, dovrà andare a colmare almeno in parte la mole debitoria nei confronti dei tesserati, passaggio necessario per l’iscrizione. Qualora, come c’è da augurarsi, si riuscisse a portare a compimento questo obiettivo Praticò e i soggetti che farebbero a lui riferimento avrebbero salvato la Reggina nell’immediato ma sarebbero assolutamente consapevoli che per un rilancio nel lungo periodo servirebbero ulteriori forze. Come ha recentemente affermato lo stesso Praticò in più d’una intervista, “bisogna esser chiari con la tifoseria, se il club riuscisse ad iscriversi altro obiettivo non potrebbe avere che la salvezza nel prossimo campionato”. Ecco perchè l’intervento del cosiddetto “Piano C” va considerato come integrativo e non alternativo rispetto ad una soluzione, quella rappresentata dal gruppo Scali, che la nostra Redazione continua a considerare assolutamente reale, concreta e futuribile.
DA REGGIO ALL’AUSTRALIA – Adesso c’è da superare l’emergenza ed in questo senso Praticò e soci stanno lavorando per mettere insieme un capitale iniziale utile a completare l’iscrizione. Non sarà , ad ogni modo, sufficiente. Serviranno due ulteriori passaggi. Il primo, l’accordo con tesserati ed incentivati all’esodo per abbassare la mole debitoria. E’ impensabile che la Reggina riesca ad onorare per intero il debito contratto nella passata stagione, sarà comunque necessaria una transazione ed è qui che il capitale “reggino” sarebbe fondamentale potendo costituire la liquidità finanziaria utile a chiuderla, seppure al ribasso. Il secondo passaggio probabilmente necessario è la cessione di uno o più calciatori in queste prime due settimane di mercato: compito in questo caso, probabilmente uno degli ultimi, del presidente Foti che ha in Rizzo, Di Lorenzo, Salandria, Viola e pochi altri le carte da giocare per rimpinguare il conto campionato amaranto, estinguere i pignoramenti esistenti e sbloccare i fondi a favore della Reggina. Se la Reggina riuscirà a superare questa fase di assoluta emergenza, secondo quanto raccolto da ReggioNelPallone.it, l’intervento del gruppo Scali a sostegno della cordata reggina che darebbe il “via” alla stagione sarebbe più di una possibilità . Una probabilità se non addirittura una certezza: l’ingresso in società del gruppo australiano si configurerebbe entro il termine prossimo campionato ma confidiamo in tempi anche più brevi completando così il progetto di rilancio della Reggina attraverso una sinergia tra forze locali ed “estere”.
FIDEIUSSIONE 2015/2016 – Superato, eventualmente, il problema riguardante i debiti contratti con tesserati e incentivati all’esodo (al momento è stato trovato un accordo solo con Barillà , Dall’Oglio ed il preparatore dei portieri Leoni, trattative in corso con tutti gli altri soggetti) per completare l’iscrizione sarà necessario esibire una garanzia fideiussoria di 400.000 euro. Le ipotesi, in questo senso, sono due. La prima: una volta saldate le pendenze relative alla stagione passata verrebbe automaticamente sbloccata la somma versata con la fideiussione dell’anno scorso che, come abbiamo detto, avendo già conosciuto una prima escussione e in base ad un contenzioso in atto, sarà tra i 450 e i 230 mila euro. Denaro che verrebbe versato, ed eventualmente integrato, per la nuova fideiussione valida per la stagione 15/16. La seconda, a nostro avviso più probabile, prevederebbe che quel credito sbloccato verrebbe impiegato per le scadenze immediate della Reggina e la nuova fideiussione sarebbe onere da soddisfare integralmente. Potrebbe occuparsene Foti, come ultimo atto della sua gestione, uno dei soggetti della “cordata Praticò” oppure, non ci sentiamo di escludere questa possibilità , Nick Scali come primo atto ufficioso (l’identità del soggetto che presta garanzia fideiussoria non è pubblica) del suo prossimo ingresso.
TEMPO – Due settimane da oggi per completare l’operazione che è complessa e non è certa di un esito positivo. Tanti i passaggi necessari, le tessere che dovranno incasellarsi correttamente per completare il mosaico che eviterebbe la scomparsa della Reggina dai campionati professionistici. E’ necessario augurarsi che Mimmo Praticò riesca a portare a compimento la difficile impresa per la quale ha offerto ampia disponibilità , successivamente trovare un accordo con i tesserati, compiere una o più operazioni sul mercato in uscita, estinguere così il debito, passare indenni l’udienza del Tribunale di Reggio Calabria del prossimo 8 luglio, trovare una nuova garanzia fideiussoria per la prossima stagione e, a quel punto, ripartire.
L’era Foti, comunque vada, è finita. Iscrizione vorrebbe dire rilancio. La strada è in salita, il futuro è in bilico ma la Reggina è ancora viva. Almeno fino al prossimo 14 luglio.
Commenti