Adesso sì, il momento è arrivato. Da qui a cinque, sette giorni al massimo è necessario il “closing”. Un ulteriore rinvio, è bene dirlo fin da subito con chiarezza, equivarrebbe ad un nulla di fatto. Questi i fatti aggiornati ad oggi, sera del 10 giugno.
Il gruppo Scali è in arrivo in Italia, la “mission” è quella di vestirsi di amaranto. Ammesso che, nell’ultimo incontro, emergano le condizioni da loro ritenute opportune per concludere l’affare. L’accordo di massima era già stato trovato ad aprile, i dettagli sono stati limati, i conti studiati con maniacale attenzione nel corso di queste settimane. Manca l’ultimo tassello. In un affare di questa portata può essere una formalità o un ostacolo insormontabile ma la soluzione al rebus è ormai prossima.
E’ previsto un appuntamento nei prossimi due giorni, il meeting tra Foti e i diretti interlocutori sarà fondamentale per il buon esito dell’affare ma non decisivo. O meglio, definitivo.
Qualora le cose nel corso del prossimo incontro dovessero andare come tutti sperano – e si aspettano, perchè l’ottimismo da cauto è divenuto deciso – non si andrà comunque oltre la stretta di mano. Il passaggio formale, secondo quanto raccolto da ReggioNelPallone.it, avverrebbe la prossima settimana in un giorno che verrà ulteriormente concordato tra le parti. Ci sarebbe un secondo incontro lunedì, come sarebbe più probabile, o martedì per definire il tutto anche sul piano strettamente legale.
Oltre alla definizione analitica di ogni aspetto economico tra gli argomenti che saranno trattati nel primo incontro ci risulta ci sia la volontà del gruppo australiano di chiedere al presidente Foti di restare almeno per il primo anno in seno alla società , seppure non più dallo scranno più alto di via delle Industrie. Un impegno – la richiesta che sarà avanzata ufficialmente – per avviare il momento di transizione tra le due ere facilitando ed accelerando il passaggio di consegne attraverso il know-how di chi l’azienda in questione l’ha guidata per oltre cinque lustri.
Contrariamente a quanto sarebbe facile supporre, ammesso che la stessa non sia una conditio sine qua non per la conclusione dell’affare, Foti gradirebbe maggiormente disimpegnarsi fin da subito per dedicarsi ai compiti per la rivisitazione del sistema-calcio che lo attendono e lo gratificano particolarmente.
La trattativa per il passaggio di proprietà vive il momento cruciale, lo stesso percorso sportivo della Reggina è al bivio. Imboccare la via del Nuovissimo Continente equivarrebbe al rilancio, allontanarsi dal consorzio australiano – alla luce della pesante mole debitoria pendente e delle ormai imminenti scadenze – sarebbe traducibile nella morte sportiva del club. O quasi.
Nel frattempo, infatti, la nostra Redazione ha registrato l’attenzione di un gruppo imprenditoriale italiano che ha già avuto un contatto con la Reggina. Non si tratta di una trattativa e lo stato delle cose è profondamente diverso da quello attualmente esistente con il gruppo Scali, la mossa va considerata alla stregua di una qualificata manifestazione d’interesse. Forse, tuttavia, tardiva.
La Reggina ha ovviamente accordato più di una priorità , una vera esclusiva, al gruppo australiano e intratterrebbe colloqui finalizzati alla cessione della proprietà con altri interlocutori solo nel caso in cui l’affare saltasse. A questo punto, però, considerate le pendenze e le scadenze davvero prossime, i tempi necessari per concretizzare la cessione di una società , l’abilitazione degli ingenti movimenti monetari che sarebbero necessari nell’immediato, è altamente difficile che la “soluzione B” possa andare in porto.
Ci vorrebbe uno sprint che assomiglierebbe ad un miracolo tecnico, legale, burocratico, economico. Possibile, ma altamente improbabile.
Questi i fatti alla vigilia dei giorni più importanti del passato recente del club. Reggina-Australia, ora o mai più.
g.v. – f.i. – v.i.
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