Da una procura all’altra, da Catanzaro a Napoli. Cambiano le città , ma il caos sulla Lega Pro non accenna minimamente a diminuire. Oltre ai nuovi scenari inerenti “Dirty Soccer”, a balzare sulle cronache nazionali si segnala l’inchiesta partita dalla procura partenopea, che in data odierna ha portato alle perquisizioni negli uffici del Presidente della Figc Carlo Tavecchio e del Presidente della Lega Pro Mario Macalli, nonché alla perquisizione effettuata nell’abitazione romana di Claudio Lotito e nel centro sportivo di Formello, quartier generale della Lazio.
Restando a Lotito, pare che il patron di Lazio e Salernitana sia addirittura indagato per estorsione, nell’ambito della sua attività di consigliere di Lega. “Secondo i pm– si legge nelle note diffuse dalla tarda mattinata di oggi- ci sarebbero presunte pressioni per costringere dirigenti di Lega Pro a votare l’approvazione di bilancio in senso favorevole alle sue richieste, allo scopo di acquisire una posizione di forza in Figc, Lega A e in quelle minori a vantaggio anche dei suoi club, Lazio e Salernitana. Vi sarebbe un consistente numero di società di Lega Pro vittime di un “meccanismo intimidatorio” finalizzato ad acquisire il consenso dispetto all’ attuale dirigenza della Lega“.
L’indagine in corso, nasce dalla ormai famosa telefonata tra Lotito ed il direttore generale dell’Ischia, Pino Iodice, registrata dallo stesso dirigente ischitano e consegnata agli inquirenti. “Da mesi sono oggetto di una campagna diffamatoria e calunniosa- ha affermato Lotito in un comunicato stampa pubblicato sul sito della Lazio- il cui fine è indubbiamente quello di ostacolare l’opera di risanamento del calcio. Consapevole di questo mesi addietro, avevo appunto presentato presso la Procura di Roma una denuncia per diffamazione e calunnia. Confido che la magistratura, nella quale ho da sempre la massima fiducia, possa in breve tempo chiarire positivamente la mia posizione al fine di trasformare i miei accusatori in accusati“.
Commenti