Dal campo alla scrivania, dai momenti difficili ai trionfi, dai campi polverosi di periferia al San Siro di Milano. Nella storia in amaranto di Simone Giacchetta, c’è tutto il vissuto di un sentimento che non conosce categorie. Ai microfoni di Reggionelpallone.it, ‘Jack’ carica l’ambiente in vista di un derby dello Stretto che vale la sopravvivenza nel calcio professionistico…
GIUSTIZIA E’ FATTA- Che il calcio abbia bisogno di un profondo cambiamento è sotto gli occhi di tutti, così come è sotto gli occhi di tutti che il sistema sta risentendo della profonda crisi a livello nazionale. In tale contesto, è ovvio che anche la Reggina si sia trovata in evidenti difficoltà : quando lotti per garantirti un futuro, sei costretto a fare di necessità virtù, con ripercussioni sulla costruzione di un organico e sulla gestione di un gruppo. Riguardo la restituzione dei punti, siamo di fronte all’ennesima conferma che questa società , pur in mezzo a tante problematiche, si sia mossa correttamente all’interno delle normative vigenti, ed alla fine ha riavuto ciò che le spettava.
TUTTI INSIEME…Siamo di fronte ad un appuntamento che vale la stagione, il fatto che si giochi il derby dello Stretto lo rende ancor più carico di importanza e di significati. Queste partite le vinci prima di tutto con la testa, con la mentalità dei combattenti, con il giusto atteggiamento. Ma soprattutto, le vinci con un ambiente unito, che spinga nella stessa direzione: società , squadra, addetti ai lavori e tifosi, devono essere una cosa sola. Soltanto in questo modo, a chi scende in campo si trasmette quella marcia in più, in grado di portare al risultato che tutti ci auguriamo…
FRAGILITA’ ED ATTACCHI ECCESSIVI- Si, il fatto che quest’anno ogni penalizzazione sia coincisa con sconfitte in serie e prestazioni non all’altezza, dimostra una certa fragilità interna. Non posso che essere felice del fatto che la Reggina abbia ancora la possibilità di mantenere il calcio professionistico, ma allo stesso modo c’è un po’ di rammarico, perché questa squadra aveva certamente le potenzialità per salvarsi senza passare dai playout. Fermo restando le difficoltà di cui parlavo all’inizio, e che ormai sono note a tutti, ritengo che negli ultimi anni i calciatori abbiano risentito del profondo e continuo malumore riversato dall’ambiente all’indirizzo della società , con particolare riferimento al Presidente Foti. La Reggina avrà sicuramente commesso degli errori in tutte le sue componenti, ma sia la dirigenza che la squadra, sono state spesso bistrattate oltre i loro demeriti.
GLI AMARANTO, IL PEGGIORE DEGLI AVVERSARI…Il Messina si presenta a questi playout da favorito. Lo dicono i due derby vinti dai giallorossi in campionato, lo dice la classifica, lo dice il fattore campo nella gara di ritorno, ma soprattutto lo dice il fatto che a parità di risultati nella doppia sfida, sarebbe la Reggina a retrocedere. Attenzione però, perché andando a vedere l’andamento delle due squadre sul campo, con relativi punti conquistati, di sicuro non c’è questa grande differenza, anzi, ritengo che il tasso tecnico sia dalla nostra parte. Un altro aspetto da non sottovalutare, riguarda il fattore psicologico. Il Messina si era tirato i propri conti, andando ai playout col Savoia e preparandosi a giocare con i campani. La Reggina invece, si ritrova dall’ultimo posto con conseguente retrocessione in D alla qualificazione ‘last minute’ per gli spareggi salvezza. Per i giallorossi, gli amaranto sono il peggior avversario che poteva capitare, o meglio quello che andava evitato a tutti i costi. Viceversa, per noi giocare il derby dello Stretto ai playout rappresenta un obiettivo tanto voluto quanto sofferto. Insomma, vedo un velo di paura dalla sponda messinese, e dalle dichiarazioni che sto leggendo in questi giorni, credo serpeggi anche tanto nervosismo…
GIOCHEREMO IN 12- Mi fido degli uomini presenti in questo gruppo, mi fido della bravura e dell’esperienza dello zoccolo duro. Belardi, Cirillo, Aronica, Di Michele: punto sulle loro qualità umane e professionali, che potranno sicuramente fare la differenza. Ma soprattutto, mi fido della gente di Reggio, che in queste occasioni non ha mai tradito le attese, scrivendo grandi pagine di storia nel nome dei propri colori. Sono certo che la tifoseria saprà ricompattarsi, saprà stringersi ancora una volta accanto ai propri colori, sia al Granillo che al San Filippo. Ho sempre giocato in piazze caldissime, e so quanto per un giocatore possa essere determinante la spinta del proprio popolo. La mia Reggina, la nostra Reggina, ha ottenuto le vittorie più belle grazie anche al calore di un tifo impareggiabile, ad una piazza che sapeva sempre stimolarci nel modo giusto, anche di fronte alle sconfitte.
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