La Reggina è retrocessa. Ma spera di ottenere la restituzione dei punti utili a qualificarsi ai playout. E comunque, nell’eventualità che il verdetto della Serie D venisse confermato, presenterebbe richiesta di ripescaggio in Lega Pro. Sempre che, intanto, la trattativa con il consorzio italo-australiano si concretizzi e venga così scongiurata l’ipotesi fallimento che apparirebbe quasi scontata – in caso contrario – nell’udienza del prossimo 8 luglio. Un rebus, dunque.
Futuro più che mai incerto sulla sponda calabrese dello Stretto ma, prendendo in considerazione l’eventuale domanda di ripescaggio, già in questi giorni sta emergendo il significativo numero di società con le quali la Reggina dovrebbe confrontarsi per vedere accolta la propria richiesta.
Da Nord a Sud tante realtà hanno già dichiarato pubblicamente che nelle prossime settimane avanzeranno richiesta di reintegro nella terza divisione italiana: lo ha fatto il Lecco, così come il Piacenza. Ha manifestato la stessa intenzione il Taranto. Sulla stessa linea d’onda il San Marino, oggi arrivano le parole del presidente dell’Albinoleffe appena retrocesso dal girone A. Tutte vogliono il ripescaggio. E chissà quante altre si uniranno, successivamente, dalle “deluse” della Serie D a chi conoscerà un destino negativo nei playout di Lega Pro.
Sarà , eventualmente, battaglia vera. Questo è già chiaro. Ciò che resta ancora da definire sono invece i criteri utili a stabilire le graduatorie per i ripescaggi: la materia sarà trattata nelle prossime settimane e solo allora sarà possibile far diventare le manifestazioni d’interesse delle concrete, ed ufficiali, richieste. La sostanza è che il ripescaggio sarebbe tutt’altro che scontato, specie se la Reggina dovesse dire addio alla Lega Pro da ultima classificata e non attraverso uno sfavorevole esito degli spareggi salvezza.
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