Diciamolo subito: la Reggina ha disputato una stagione tremenda, sotto ogni punto di vista. Un disastro disarmante che si è protratto per mesi e mesi senza conoscere mai una vera inversione di rotta. Al termine della stagione regolare gli amaranto conoscono – almeno momentaneamente – la retrocessione e, a prescindere da ogni altra valutazione, per ciò che è stato espresso, non è certamente uno scandalo. Anzi.
Tuttavia, da un’analisi della classifica del girone C di Lega Pro senza tenere conto delle penalizzazioni emerge un dato: la squadra promossa in B direttamente sarebbe la stessa (Salernitana) quelle deputate ad accedere ai playoff promozione altrettanto (Benevento, Juve Stabia e Matera) stesso discorso per le realtà che dovranno confrontarsi con i playout e retrocessione diretta (Messina, Ischia, Aversa, Savoia, Reggina).
Resterebbe tutto invariato, dicevamo, a testimonianza di come i valori espressi siano stati reali indipendentemente dai gap decisi dalla farraginosa giustizia sportiva italiana. Tutto invariato, tranne un dato: l’ultima posizione sarebbe del Savoia (che così retrocederebbe in D) e la penultima della Reggina (che avrebbe guadagnato l’accesso ai playout).
Questa la classifica del girone C di Lega Pro senza penalizzazioni:
Salernitana 80, Benevento 76, Matera, Juve Stabia 70, Casertana 69, Lecce, Foggia 67, Catanzaro 53, Melfi 50, Barletta 47, Cosenza, Vigor Lamezia 44, Lupa Roma 40, Martina 38, Paganese 37, Messina, Aversa, Ischia 34, Reggina 33, Savoia 32.
Va sottolineato comunque che le penalizzazioni al momento esistenti sono nella maggior parte dei casi legate a mancanze dei club (e tra questi c’è a pieno titolo la Reggina) e quindi sono legittime e sacrosante. Il verdetto atteso dal CONI andrà a chiarire in ultima istanza la bontà (o meno) dell’operato del club e – in qualunque senso si esprima – dovrà esser accettato in quanto terzo e definitivo grado di giustizia sportiva.
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