Stadio Luigi Razza di Vibo Valentia, domenica 10 maggio. In uno spareggio da vietare ai deboli di cuore, la ReggioMediterranea sta per battere il calcio di rigore che in caso di trasformazione la porterebbe nella storia, la porterebbe per la prima volta in Eccellenza. Dagli undici metri, si presenta Ciccio Marino. No, non un giocatore qualunque, ma Ciccio Marino. Attaccante tra i più forti in circolazione, icona del calcio dilettantistico calabrese. Un assoluto specialista dei calci piazzati, uno capace di mettere i brividi a portieri e difensori avversari anche su calcio di punizione. Un bomber di razza, che di campionati ne ha vinti tanti e di gol ne ha segnati in quantità industriale…
Una breve rincorsa, un attimo, una vita…Ma quella palla non entra. Quella maledetta palla è andata fuori, abbondantemente fuori. Non sappiamo cosa sia successo. Forse la stanchezza, forse un rimbalzo irregolare, forse un po’ di emozione che a volte può tradire anche i numeri uno. O forse non c’è un vero perché, forse doveva andare così e basta. Sta di fatto che si continua, si continua a guardare la gloria rimbalzare da quel dischetto sornione e beffardo. Fino a che non sbaglia anche Brancati, altro ragazzo che ieri ha dato anima e corpo per i colori gialloblù, così come tutti i suoi compagni. Il Roggiano esplode, impazzisce di gioia insieme ai propri tifosi. Sui volti degli 11 leoni guidati da mister Crupi, scendono inevitabili le lacrime. Lacrime vere, da uomini, lacrime di chi ha lottato col cuore nelle mani e l’anima nei piedi,  prima di cadere a terra stremato di sudore e di fatica.
Quelle di Marino sono dirompenti, il suo pianto è inconsolabile. Quel pianto, è la dimostrazione che il calcio, proprio come la vita, a volte ti sorride ed a volte ti sbatte la porta in faccia. Altre volte invece, sa essere di una cattiveria unica. Una cattiveria che gira le spalle anche ai fuoriclasse come Ciccio Marino. Anche a chi, come lui, ha stretto i denti nonostante i problemi fisici avuti in questo finale di stagione. Anche a chi, come lui, entrando dalla panchina ha cambiato letteralmente il volto di uno spareggio che ormai sembrava perso già nei tempi regolamentari. Anche a chi, come lui, la maglia della ReggioMediterranea se la sente sulla pelle. Anche a chi, come lui, ha fatto impazzire tante volte di gioia i tifosi gialloblù attraverso i suoi gol da cineteca, arrampicandosi sulle reti di recinzione del Longhi Bovetto per esultare insieme a loro. Anche a chi, come lui, ti fa amare il calcio dilettantistico ogni volta che gli vedi toccare un pallone.
“Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore…Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore…Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia…“. Recita così una splendida canzone di De Gregori, che chiunque ami questo sport conosce a memoria. Coraggio, altruismo, fantasia: tutte doti che hanno accompagnato ed accompagneranno la carriera di Marino. Si, quella palla maledetta è uscita, ma un rigore sbagliato non cancella, e non cancellerà mai, la classe ed il valore di un campione. Un campione vero, come le sue lacrime.
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