Inizio shock: Foggia in vantaggio dopo 27″, pari immediato di Armellino e vantaggio ospite con Viola. Poi il disastro negli ultimi 15′. Kovacsik regala il pari, Camilleri si fa beffare da Iemmello per il gol che condanna la squadra dello Stretto, incapace di approfittare del tracollo del Savoia e punita ancora una volta dalle leggerezze dei singoli.
Un cammino di fede, in attesa di capire quale e quanto grave sia il peccato per il quale la Reggina sta cercando redenzione (inutilmente) non solo dall’inizio di questo campionato ma ormai da anni. Il calvario prosegue. Puglia, Foggia, stadio Pino Zaccheria: è questa la terzultima stazione della Via Crucis amaranto che volge ormai al termine. Ad officiare il rito odierno non Roberto Alberti ma Giacomo Tedesco, chiamato alla guida di una squadra, gravata da problemi di ogni natura, che definire disperata sarebbe una carezza che gruppo e società non meritano. Questa l’opinione degli irriducibili 20 ultras amaranto presenti con il loro ormai consueto, esplicito, striscione “solo per la maglia”.
PRONTI, VIA – Maglia che ha subito violenze inenarrabili nel recente passato e viene ulteriormente vituperata dopo appena 27 secondi quando il Foggia passa in vantaggio prendendo semplicemente atto di un tragicomico disimpegno difensivo della squadra dello Stretto che finisce per consegnare il pallone a Iemmello, chiamato a spingerlo in rete a meno di un metro dalla linea di porta.
REAZIONE AMARANTO – Vantaggio rossonero immediato. Di fronte ad un prologo simile, è lecito ipotizzare stiano scorrendo già i titoli di coda. E invece, ricordate le disastrose premesse con le quali la Reggina arriva allo Zaccheria ed il valore dell’avversario, il bilancio del primo tempo è convincente. Reggina attenta ma volitiva, merito del 4-4-2 atipico ma coraggioso presentato da Tedesco che riesuma due elementi (Kovacsik e Mazzone) da tempo scomparsi dai radar, concede l’uno contro uno agli esterni d’attacco del Foggia e manda gli improvvisati esterni di centrocampo Armellino e Salandria in pressing alto sui terzini avversari.
ILLUSIONE – Il pareggio arriva al quarto d’ora ed è più che meritato: un’autentica gemma di Armellino che con una conclusione acrobatica manda la sfera nel “sette”. Lo stesso centrocampista, oggi tornato capitano, avrà in chiusura della frazione la chance del raddoppio concludendo però sull’esterno della rete. Sarebbe stata troppa grazia, ma il sorpasso è solo rimandato. In apertura di ripresa Viola sfrutta un lancio di Cirillo, irride Bencivenga e imbuca Narciso.
Tedesco richiama Mazzone e punta sulla solidità di Velardi in mezzo al campo aggiungendo muscoli ad una Reggina che comunque non soffre mai l’avversario. Anzi, prima Viola e poi Insigne sfrecciano alle spalle della retroguardia di De Zerbi sfiorando la rete della tranquillità . Piovono fischi dagli spalti per quella che è una delle più belle realtà del campionato, meritatamente in svantaggio in casa e soffocata dal fanalino di coda già matematicamente retrocesso.
HARAKIRI – Ad alleggerire la pressione sui padroni di casa, però, ci pensa Kovacsik che si produce in una clamorosa incertezza regalando il pari su una rasoiata di Minotti. La partita cambia inerzia, il Foggia preme. Un sinistro di Sarno su punizione scuote l’incrocio dei pali, Tedesco lancia il baby attaccante Cataldi per Salandria provando a lanciare un messaggio ai suoi. Niente da fare. Iemmello beffa per due volte nella stessa azione Camilleri e firma la doppietta che piega la Reggina.
Un peccato mortale, perchè intanto il Savoia viene travolto in casa dalla Lupa Roma e resta al palo. Due errori grossolani condanno la Reggina dando i crismi dell’inutilità all’esito del ricorso sulla maxi-penalizzazione atteso per martedì. Una consolazione? Ancora due stazioni, poi la Via Crucis sarà finalmente conclusa.
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