Una vita nella Reggina. Lucio Dattola è stato tra gli imprenditori che nel 1986 salvarono la Reggina in drammatiche difficoltà economiche rilanciando il calcio in riva allo Stretto, aprendo di fatto l’epopea che avrebbe scritto le pagine più gloriose della storia amaranto. Noto professionista reggino, è presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria ed è stato intervistato da Alfredo Auspici e Franco Polimeni. Le sue parole sono andate in onda su Touring 104, durante Tutti figli di Pianca.
“Nel giugno del 1986 con Lillo Foti, Pino Benedetto e Mimmo Praticò iniziammo questa attività sull’onda di una follia dovuta all’amore assoluto per gli amaranto – racconta Dattola – non ci ragionammo molto, eravamo giovani, incoscienti ed innamorati. Non avevamo molti soldi ma grande cuore, abbiamo fatto di tutto per la Reggina. Ma la Reggina ci ha dato tantissimo, e non parlo dell’aspetto economico. Spero tanto che Lillo – conclude – possa salvarla, trovando un coniglio dal cilindro anche se al momento, per quello che ho, sarebbe molto dura”.
Queste le sue informazioni riguardo la trattativa in atto per la possibile cessione della Reggina. “Da quello che so, il presidente ha incontrato gente assolutamente affidabile, imprenditori di grossissimo spessore economico, gente innamorata di Reggio e della Calabria. Se il discorso è appetibile anche dal punto di vista del business – perchè stiamo parlando pur sempre di imprenditori – andando così oltre l’aspetto emotivo, allora potrebbe esser davvero una svolta. La difficoltà sta nel fatto che chi investe in Italia dall’estero deve avere degli interessi collaterali ma non è il caso di queste figure italo-australiane: loro non ne avrebbero perchè il loro giro di affari è rivolto in Australia”.
La chiusura è a metà tra un’amara constatazione e un atto d’accusa verso chi, adesso, fa il “tifo” per la bancarotta amaranto. “Chi si augura il fallimento? Ci sono sempre i distruttori della città , protagonisti ed assertori del male. Due cose sono sacre a Reggio Calabria: la Madonna della Consolazione e, con tutto il rispetto, la nostra maglia amaranto”.
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